acconciare
v. tr. [der. di conciare] (io accóncio, ecc.). – 1. Accomodare, ordinare, mettere o rimettere in buono stato. a. ant. Di cose: fatto architetto di quella gran mole ... egli vi acconciò ed ornò molte stanze con intagli di molte pietre (Vasari); fig., a. i proprî affari, metterli in regola. b. Di persona o di parti della persona, abbigliare, adornare: a. una sposa per la cerimonia; a. i capelli; rifl.: acconciarsi per una festa. 2. non com. Adattare, disporre: a. l’animo alla lotta. Rifl., disporsi: di’ pur,... Che volentieri io mi t’acconcio a udire (Ariosto); adattarsi: si acconciò a dormire per terra; rassegnarsi: bisogna sapersi a. a quello che Dio vuole senza mormorare (Baretti). 3. ant. Sistemare convenientemente, collocare in un impiego e sim.; anche rifl.: si acconciò a servizio in città. 4. ant. Fare una voltura catastale; liquidare partite di debito e credito; definire i debiti fiscali di qualcuno, accettando somme a saldo, rettificando errori o altro. 5. rifl., ant. Mettersi d’accordo: sentendo questa discordia, s’acconciò co’ Pisani (Compagni). ◆ Part. pass. acconciato, anche come agg., e, più com. nell’uso, accóncio (v. acconcio 1).