accorgersi
accòrgersi v. intr. pron. [lat. *accorrĭgĕre, comp. di ad- e corrĭgĕre «correggere»] (io mi accòrgo, tu ti accòrgi, ecc.; pass. rem. m’accòrsi, t’accorgésti, ecc.; part. pass. accòrto). – 1. Scorgere con la mente, acquistare coscienza di un fatto attraverso indizî o per riflessione: mi sono accorto di essere stato truffato; non si accorgeva che continuava a sbagliare; se ci fosse un errore, lui se ne accorgerebbe subito; Né v’accorgete ancor per tante prove Del bavarico inganno ...? (Petrarca). Avvedersi, acquistar coscienza d’una cosa attraverso i sensi: mi accorsi subito di lui; si voltò indietro e s’accorse di essere inseguito; talora senza la particella pron.: siete voi accorti Che quel di retro move ciò ch’el tocca? (Dante). 2. Come s. m. (letter.), nella forma accorgere, indica il fatto o la capacità di intendere qualche cosa o di acquistarne coscienza, anche attraverso i sensi: O è preparazion che ne l’abisso Del tuo consiglio fai per alcun bene In tutto de l’accorger nostro scisso? (Dante); Altro schermo non trovo che mi scampi Dal manifesto accorger de le genti (Petrarca). ◆ Part. pass. accòrto, anche come agg. (v. la voce).