accostare
v. tr. e intr. [lat. mediev. accostare, der. del lat. costa «lato»] (io accòsto, ecc.). – 1. tr. Avvicinare: a. il bicchiere alla bocca, il cibo alle labbra; a. una scala al muro; a. qualcuno, avvicinarglisi per parlare o altro; a. una porta, una finestra, avvicinare i battenti o le imposte, senza chiuderli. 2. rifl. Avvicinarsi, mettersi o farsi vicino: nessuno gli si accostava; accostarsi al muro, a un albero; fig., accostarsi ai classici, a un’arte; accostarsi ai sacramenti, riceverli; accostarsi a un filosofo, conoscere e seguirne il pensiero; ant., accostarsi a (o con) qualcuno, aderire alla sua parte o fazione (in politica), fare lega con lui (in commercio); fig., un colore che si accosta al (o con il) giallo. 3. intr. (aus. avere). In marina: a. Provocare un movimento angolare di una nave sul piano orizzontale mediante opportuno uso del timone, per volgere la prua nella direzione voluta. L’espressione è estesa anche agli aeromobili. b. Avvicinare il fianco della nave ad altra nave o alla banchina; attraccare (che è verbo più tecnico). ◆ Part. pres. accostante, anche come agg., non com., che s’accosta facilmente, affabile: è una persona accostante; ant., gradito, gustoso: vino morbido e accostante (Boccaccio). ◆ Part. pass. accostato, anche come agg. (v. la voce).