acefalo
acèfalo agg. e s. m. [dal lat. acephălus, gr. ἀκέϕαλος «senza capo», comp. di ἀ- priv. e κεϕαλ ή «capo»]. – 1. agg. a. Senza capo (in senso proprio e fig.): statua a.; larve a., in zoologia, le larve di alcuni ditteri (ciclorrafi) con capo ridotto o invaginato nel torace; nel linguaggio medico, di feto malformato che presenta acefalia; libro, codice a., privo delle prime pagine; albero a., ramo a., che manca di un’unica cima (v. acefalia). Nella metrica greca classica, di serie metrica o verso che manca di una sillaba iniziale (per es., alcuni esametri nei poemi omerici). b. Con riferimento a capo nel senso di «guida, dirigente», sono detti in diritto canonico chierici a. quelli non incardinati in alcuna diocesi o altra circoscrizione ecclesiastica. 2. s. m. a. Nome di quei monofisiti (la maggioranza dei monaci d’Egitto e Palestina) che non vollero accettare l’Enotico o «Editto di unione» dell’imperatore Zenone (482) e, non essendo in comunione con alcuno dei 5 patriarcati (pur avendo dei vescovi), vennero considerati «senza capo». b. In Inghilterra, sotto Enrico I, nome di quei cittadini che, non possedendo terre, erano fuori della gerarchia feudale.