acrobata
acròbata s. m. e f. [dal gr. ἀκροβάτης, comp. di ἄκρος «estremo» e tema di βαίνω «camminare» (propr. «persona che cammina sulla punta dei piedi»), attrav. il fr. acrobate] (pl. m. -i). – 1. Ginnasta abile in esercizî d’equilibrio, funambolo; in senso ampio, il termine si applica a tutti gli attori di circo o di varietà specializzati in esercizî di forza e agilità che comportano difficoltà di vario genere e rischio: uno spettacolo di acrobati; gli a. del circo; le evoluzioni degli a. al trapezio; Ho tirato su Le mie quattr’ossa E me ne sono andato Come un acrobata Sull’acqua (Ungaretti). In funzione appositiva, riferito talvolta a persona che dimostra grande agilità e sveltezza, che possiede cioè capacità acrobatiche: un ladro acrobata. 2. In zoologia: a. Altro nome del topolino delle risaie (lat. scient. Micromys minutus) o topo volante, cosi chiamato per l’agilità con cui si muove fra terreno e vegetazione. b. Genere di piccoli marsupiali della famiglia dei falangeridi, che vivono sugli alberi della gomma e sugli eucalipti nutrendosi di succhi zuccherini: hanno patagio stretto, grandi cuscinetti terminali alle dita, orecchie corte e pelose, due paia di mammelle, denti aguzzi.