acrobazia
acrobazìa s. f. [dal. fr. acrobatie]. – 1. a. Esercizio compiuto da un acrobata, e in genere qualsiasi esercizio, fisico o eseguito con mezzi meccanici, che richieda abilità e presenti pericolo, spesso anche fatto per gioco o per pura ostentazione: eseguire un’a., delle a.; esibirsi in spericolate acrobazie. Rientrano tra le acrobazie, soprattutto come parte di pubblico spettacolo nei circhi, i salti mortali, le contorsioni del corpo, le evoluzioni equilibristiche su ruote e bicicli, i varî esercizî di equilibrio agli attrezzi, i cosiddetti giochi icariani, cioè esercizî di sospensione e volteggio nell’aria, alle funi, al trapezio, agli anelli, ecc. Con sign. più astratto e collettivo, l’insieme degli esercizî acrobatici, e l’abilità di cui si dà prova nell’eseguirli: alta a., quella particolarm. difficoltosa e spettacolare. b. fig. Comportamento ingegnosamente abile nel superare ostacoli o situazioni difficili: fare delle a., adoperarsi con ogni mezzo per superare una difficoltà. 2. A. aeree, evoluzioni di un aeromobile su traiettorie e assetti diversi da quelli del volo normale di traslazione, di partenza o di atterraggio; tra le principali: la picchiata o tuffo, l’affondata o candela, la cabrata o impennata, la gran volta, il volo rovesciato, il frullo o mulinello, che sono acrobazie semplici; di tipo più complesso, usate nel passato in combattimenti aerei e prescritte nelle scuole di pilotaggio, soprattutto militari, la campana, la spirale, la gran volta d’ala, la bomba, la vite, ecc.