adattamento
adattaménto s. m. [der. di adattare]. – 1. a. L’atto, l’operazione di adattare: a. di un abito; a. di un edificio ad albergo; a. (o riduzione) teatrale di un’opera letteraria, rielaborazione per il teatro, sotto forma dialogica, di un’opera di narrativa o di poesia; a. cinematografico di un’opera letteraria, prima fase della lavorazione nella quale viene preparata una sommaria rielaborazione dell’opera originale (limitata generalmente all’intreccio) in preparazione della sceneggiatura. b. Nel prestito linguistico, processo per cui il corpo fonico della parola straniera viene adattato alle possibilità fonologiche della lingua ricevente, mediante la sostituzione dei fonemi stranieri con fonemi il più possibile simili nella loro sostanza fonetica. Anche il risultato di tale processo; per es., sciampagna e bistecca sono adattamenti del fr. champagne e ingl. beefsteak. c. In elettrotecnica, l’operazione cui si ricorre per ottenere il massimo trasferimento possibile di energia dall’uno all’altro di due circuiti accoppiati; consiste nell’inserimento tra i due circuiti di un adattatore d’impedenza. 2. L’atto, il fatto di adattarsi: forza, spirito di a., capacità di adattarsi facilmente alle necessità della vita, o a determinate condizioni e situazioni; a. missionario, lo stesso che accomodazione missionaria. Con accezioni specifiche: a. In psicologia, a. dell’individuo all’ambiente, la relazione che l’individuo istituisce con l’ambiente in cui agisce e opera, così da riuscire ad ottenere la soddisfazione dei proprî bisogni fisici e sociali. b. In oculistica, a. dell’occhio, facoltà dell’occhio di adattarsi in tempo relativamente breve ai rapidi cambiamenti d’intensità luminosa. c. In biologia, modificazione cui sono soggetti gli organismi al variare delle condizioni ambientali; può avere due aspetti: a. fenotipico, quello che interviene in un individuo o in un gruppo di individui e consiste in cambiamenti fisiologici o morfologici che non vengono trasmessi ai discendenti (per es., i fenomeni di mimetismo); a. genotipico, quello che riguarda intere popolazioni ed è associato a cambiamenti genetici che, attraverso la selezione naturale, diventano patrimonio della specie o determinano fenomeni di speciazione. In medicina e biologia, sindrome generale di a., il complesso dei fenomeni biologici o specifici che si verificano in un organismo animale in conseguenza dell’azione prolungata di agenti o stimoli dannosi (traumi, infezioni, ustioni, raffreddamenti, fatica, emozioni, ecc.). d. In biochimica, a. enzimatico, capacità da parte di batterî o lieviti di utilizzare sostanze inconsuete presenti nei terreni di coltura, o di vivere e di moltiplicarsi in ambienti normalmente inadatti, in seguito a modificazioni della cellula che si adegua al nuovo ambiente.