aerodiffuso
p. pass. e agg. Che è diffuso nell’atmosfera, nell’aria. ◆ Secondo uno studio dell’Università di Genova e pubblicato quest’anno dall’«European journal of epidemiology», si può calcolare che, in una città di un milione di abitanti, da 400 a 2.600 morti ogni anno sono potenzialmente associabili all’esposizione di inquinanti aerodiffusi. (Ester Palma, Corriere della sera, 5 novembre 1999, p. 47, Cronaca di Roma) • Roberto Gasparini, braccio destro di [Pietro] Crovari, tranquillizza: «Direi di no - e aggiunge - ragionevolmente, si può dire che spostandoci verso l’estate questa malattia aerodiffusa dovrebbe andare a morire, ma possiamo pensare ad una sua ripresa in autunno, perciò è meglio sapere come fronteggiarla ed è auspicabile avere il vaccino prima della stagione invernale». (Giuseppe Filetto, Repubblica, 26 aprile 2003, p. 10, Cronaca) • È il caso di alberi cosiddetti a fioritura precoce, come la betulla e il nocciolo, ma anche di altre piante, magari considerate insospettabili, tenute sotto osservazione dalla rete di monitoraggio degli allergeni aerodiffusi, che misura la concentrazione in atmosfera dei principali pollini di interesse allergologico. (Unità, 19 marzo 2004, p. 25).
Composto dal confisso aero- aggiunto al p. pass. e agg. diffuso.
V. anche aerodisperso.