affricato
agg. [dal lat. affricatus, part. pass. di affricare «sfregare»]. – Consonante a. (o affricata s. f.): consonante che risulta da un’articolazione che nella fase iniziale è di tipo occlusivo e nella fase finale è di tipo fricativo (o spirante), pur restando immutato il punto di articolazione. L’italiano possiede tre fonemi affricati: una affricata palatale (o, più esattamente, palatoalveolare) sorda, il cosiddetto c dolce ‹č = tš›, che appare in celare, mancia; una affricata palatale sonora, il cosiddetto g dolce ‹g = d∫›, che appare in gelo, mangia; una affricata dentale, che ha due varianti libere (non condizionate cioè dal contesto), una sorda e una sonora (sorda in marzo ‹z = ts›, sonora in zelo ‹ʒ = d∫›).