agghiadare
v. tr. e intr. [der. di ghiado], ant. o poet. – 1. tr. Trafiggere, in senso proprio e fig.: Quando l’un l’altro spessamente agghiada (Cino da Pistoia); duol, che piú v’agghiada Di sei sconfitte (Sacchetti). 2. intr. (aus. essere) Divenir ghiaccio, raffreddarsi: il metallo non viene alla sua fusione, anzi agghiada (Cellini); più com. fig., inorridire: per lo grande stupore agghiadò (Cavalca); anche con la part. pron.: Quand’ecco che da Tenedo (m’agghiado A raccontarlo) due serpenti immani Venir si veggon (Caro).