aggravare
v. tr. [lat. aggravare, der. di gravis «grave»]. – 1. a. Rendere grave, pesante: a. un carico, una soma; caricare: a. lo stomaco di cibi indigesti; a. la persona, il corpo di vestiti. Riferito a persona, opprimere, accasciare: stanco dalle fatiche, aggravato dal male, oppresso dall’afa, camminava stentatamente (Manzoni). b. Rendere più grave, nei sign. fig. dell’agg.: a. la pena, aumentarne la durata o la durezza; aggravarsi la coscienza di una colpa, commetterla e sentirne rimorso; circostanze che aggravano il delitto (v. aggravante); quest’imprevista difficoltà aggrava la situazione; il suo contegno aggravò il mio dolore. c. Appesantire, rendere torpido: una grande stanchezza gli aggravava le membra; quest’aria afosa mi aggrava la testa. d. ant. Sottoporre a maggiori gravami fiscali. 2. intr. (aus. essere) Peggiorare, divenir più grave: la situazione è aggravata improvvisamente; più spesso con la part. pron.: nella notte l’ammalato s’aggravò. ◆ Part. pres. aggravante, anche come agg. e s. f., con accezione partic. (v. la voce). ◆ Part. pass. aggravato, anche come agg.: essere aggravato di sonno; il ferito m’è parso aggravato; una situazione molto aggravata.