aiuto umanitario
loc. s.le m. Soccorso prestato a popolazioni colpite da guerre o gravi calamità. ◆ È il 22 dicembre 1993, a fermare il convoglio è il comandante Goran Cisic, l’interlocutore di padre [Bozo] Blazevic: la vecchia trattativa è andata a buon fine, dato che Cisic non si scompone quando sotto i generi alimentari chiamati «aiuto umanitario» saltano fuori i soliti lanciarazzi, mortai a treppiede eccetera. (Foglio, 24 maggio 1999, p. 3) • Riflettendo […] «sul valore e sul significato dell’opera che la Chiesa svolge a favore dei più poveri» e sulla consapevolezza della Chiesa di non poter fare fronte ad ogni necessità, il Papa ha affermato: «La Chiesa non intende essere una semplice agenzia di aiuto umanitario; essa vuole, piuttosto, testimoniare in ogni modo la carità di Cristo, che libera l’essere umano da ogni male». (Osservatore romano, 8 aprile 2001, p. 9) • Dall’aprile 2003 le atrocità le devastazioni e gli stupri sono diventati prassi quotidiana, e naturalmente anche i ribelli contribuiscono a modo loro al massacro. Risultato: 200.000 morti e circa due milioni di persone che hanno dovuto abbandonare i propri villaggi, tutti incendiati, e trasferirsi in immense e squallide tendopoli, dove sopravvivono grazie all’aiuto umanitario internazionale, che il Governo, bontà sua, non impedisce di far affluire ai campi profughi. Ecco di cosa sono responsabili i vertici di Khartoum. (Antonio Cassese, Repubblica, 15 settembre 2007, p. 25).
Composto dal s. m. aiuto e dall’agg. umanitario, ricalcando l’espressione ingl. humanitarian aid.
Già attestato nel Corriere della sera dell’8 gennaio 1992, p. 8 (Paolo Valentino).