aiuto
s. m. [lat. tardo adiūtus -us, der. di adiuvare «aiutare»]. – 1. a. Opera, materiale o morale, con cui s’interviene a levare un’altra persona (o anche un gruppo di persone, una famiglia, una popolazione, una nazione) da una difficoltà, da uno stato di disagio economico, da una situazione penosa o pericolosa (o, in senso più lieve e trattandosi di persona singola, ad alleviarle la fatica, lo sforzo), e sim.: dare, porgere, recare, invocare, chiedere a.; correre, venire in a., servire d’a.; aiuto!, grido d’invocazione di chi è in pericolo; con l’a. di Dio, se tutto procede bene. b. Con valore più concr., il mezzo materiale con cui si aiuta o sostiene o assiste; in partic., la somma di denaro o le altre cose necessarie, con cui si soccorre altri nel bisogno: se mi può dare un piccolo a. per la mia famiglia ...; inviare aiuti ai sinistrati, agli alluvionati. c. ant. Tributo straordinario di emergenza. 2. a. Persona che ha il compito di coadiuvare un’altra nell’ufficio di cui questa è titolare: a. medico, a. chirurgo, a. contabile, a. operatore, a. regista, a. macchinista, ecc. (nel plur., poco com., si fanno di norma plurali tutti e due i sost.: aiuti medici, aiuti chirurghi, ecc.). Nelle facoltà o scuole universitarie, nel passato, assistente ordinario che aveva lo specifico compito di coadiuvare il professore nella ricerca scientifica e nell’attività didattica, collaborando con lui nella direzione dell’istituto. In partic., negli ospedali, il medico di più alto grado dopo il primario. b. Al plur., aiuti, soldati ausiliarî. 3. Nell’ippica, modo del cavaliere di librarsi in groppa al cavallo per agevolarne lo sforzo nel salto di un ostacolo.