albero2
àlbero2 s. m. [lat. arbor -ŏris]. – 1. a. Pianta perenne legnosa, con fusto colonnare, cioè più o meno cilindrico (chiamato tronco o, se porta solo foglie come nelle palme, stipite), che verso l’alto si espande con rami legnosi di varia forma e disposizione, costituenti con le foglie la cosiddetta chioma; gli alberi si distinguono da altre piante, come gli arbusti e le erbe, soprattutto per la statura (e quindi per la maggiore distanza tra le radici e le foglie), potendo raggiungere in alcune specie, come le sequoie, gli eucalipti, i baobab, dimensioni notevolissime (nelle sequoie, fino a 1oo m di altezza e 12 m di diametro): alberi da frutto, da legno, da ombra; alberi d’alto, di basso fusto; a. nani, di piccolissima statura, come i bonsai (v.), o modificati per nanismo; un filare d’alberi; mettersi all’ombra d’un a.; dal frutto si conosce l’a., prov. d’ispirazione evangelica (da Matteo 7, 17-18), gli uomini si conoscono dalle loro azioni; festa degli a., manifestazione (istituita nel 1872 nel Nebraska, col nome di Arbor Day, e introdotta in Italia alla fine del sec. 19° da Guido Baccelli) che ha lo scopo di diffondere il rispetto e l’amore per le piante. Denominazioni partic.: a. della scienza del bene e del male, quello del Paradiso terrestre, da cui Eva staccò il pomo nonostante il divieto divino; a. di Natale, l’albero (di solito un abete) che si adorna di oggetti lucenti a Natale, e a cui si appendono i doni per i bambini, usanza di origine nordica (con lo stesso nome si indica, in arte mineraria, un’apparecchiatura, detta anche croce di eruzione, disposta in testa a un pozzo di estrazione di idrocarburi per il controllo dell’erogazione, consistente in valvole, rubinetti, orifizî tarati, manometri, variamente montati e raccordati a seconda dei tipi di pozzo); a. della libertà, albero che a partire dal 1790 si usò piantare nella piazza principale dei comuni di Francia (e in varî territorî occupati dai Francesi) in ricordo della rivoluzione del 1789. b. Nome di specie arboree particolari, qualificate da una determinazione che ricorda, per es., la sostanza fornita dalla pianta (a. del latte, a. del sapone) o altre sue caratteristiche: a. bottiglia, a. della vita, a. del viaggiatore, ecc. (v. le singole voci). 2. Denominazione di prospetti che, indicando rapporti di derivazione, assumono o ricordano nella loro schematica rappresentazione la figura di un albero a ramificazione complessa. In partic.: a. A. genealogico, figurazione grafica schematizzata delle successive generazioni di una famiglia, indicate con i nomi dei componenti; nelle opere dei genealogisti dei sec. 16° e 17° è frequente la raffigurazione di alberi che sul tronco e agli incroci dei rami portano talora le immagini, più spesso i nomi e le armi, dei componenti della famiglia. Nel medioevo, un caratteristico motivo iconografico è costituito dall’a. di Iesse, ossia l’albero genealogico di Cristo, nato, secondo la profezia, da una Vergine della stirpe di David, figlio di Iesse: l’albero sorge dalla figura supina di Iesse; dai rami escono le immagini dei re di Giuda, tra i quali David; al sommo l’immagine della Vergine col Bambino. L’espressione a. genealogico è intesa anche in senso astratto, come sinon. cioè di genealogia, sia di famiglie sia di altre derivazioni (per es., in linguistica, la teoria dell’a. genealogico delle lingue indoeuropee, e, in filologia, come equivalente di stemma dei codici). b. Particolare grafo in cui due nodi qualsiasi sono connessi da una, e una sola, successione di lati; a. radicato, albero nel quale si mette in evidenza un nodo, detto radice o origine, cui si assegna il livello (o rango) 0, e nel quale ogni altro nodo ha un rango pari al numero di lati che bisogna percorrere per raggiungerlo partendo dalla radice. Tali grafi (in partic. gli alberi radicati) sono adoperati per rappresentare le proprietà strutturali di varî sistemi (reti elettriche, strutture di dati, famiglie di sottoinsiemi di un dato insieme, proposizioni logiche), oppure la relazione d’ordine tra gli elementi di un insieme (tipico l’a. genealogico, che rappresenta la relazione tra padre e figlio); così, l’a. del gioco rappresenta tutti gli svolgimenti possibili di un gioco (per es., una partita a scacchi), mentre una partita particolare è rappresentata da una successione di lati che va dalla radice (prima mossa) a un nodo finale (ultima mossa). 3. estens. Fusto cilindrico, ricavato da un tronco d’albero, generalmente pino o abete, ma che talora può essere anche di cemento o metallico; palo, antenna: a. della cuccagna, lungo palo che viene innalzato in occasione di feste popolari, e culminante con un trofeo di premî destinati a chi riesce a salire fino alla cima. In partic.: a. In marina, fusto di legno o acciaio che serve a reggere la velatura, o a sostenere mezzi di imbarco e sbarco dei carichi, e mezzi di segnalazione (è detto in tal caso colonna se corto e di notevole diametro), oltre che elementi dell’attrezzatura bellica. Nei velieri gli alberi, verticali o leggermente inclinati verso poppa, sono costruiti in legno (pino, abete, larice, ecc.) con elementi d’acciaio, e consistono di un solo pezzo, come l’a. calcese e l’a. a pible (per i quali v. rispettivam. calcese e pible), o di più parti, denominate dal basso verso l’alto tronco maggiore, a. di gabbia, alberetto (ma anche con altri nomi, proprî per ciascun albero); saldamente incastrati alla base, sono inoltre sostenuti da cavi (manovre fisse o dormienti) disposti, rispetto alla nave, trasversalmente (sartie e paterazzi) e longitudinalmente (stralli). Gli alberi prendono nomi diversi secondo la posizione che occupano, e cioè, da prua a poppa, a. di trinchetto, a. di maestra o maestro, a. di mezzana; un albero è anche il bompresso, esso pure in tre parti, che, a differenza degli altri, ha posizione quasi orizzontale, sporgendo fuori dalla prua; veliero a due, a tre a., o anche, con locuz. sostantivate per ellissi, un due a., un tre alberi. A. di carico, albero di nave destinato a sostenere il picco di carico (è detto anche bigo): serve a sollevare pesi, come imbarcazioni o munizioni, e a imbarcare e sbarcare il carico; è costituito da un’asta (picco) capace di muoversi verticalmente e ruotare orizzontalmente intorno alla sua estremità inferiore o piede, e sostenuta e manovrata, mediante un amantiglio, a un albero o a una colonna. b. In meccanica, organo delle macchine, generalmente di acciaio, di forma allungata a sezione circolare (eventualmente in diversi tronchi di vario diametro), pieno o forato in tutta la sua lunghezza, che può avere semplicem. funzione di sostegno a organi rotanti (nel qual caso viene di preferenza chiamato asse), oppure la funzione di trasmettere direttamente a un estremo una coppia che, applicata all’altro estremo, agisce in un piano normale all’asse dell’albero (a. di trasmissione). Tipi particolari sono: a. a gomiti, costituito da elementi cilindrici che in genere fungono da perni di appoggio dell’albero, collegati tra loro da elementi a U (gomiti o manovelle): servono per trasformare moti traslatorî in moti rotatorî e viceversa, e hanno estese applicazioni nei motori alternativi e nelle macchine operatrici (compressori, pompe, presse, ecc.); a. scanalato, con scanalature longitudinali equidistanti atte a permettere spostamenti assiali: usato, per es., nei cambî di velocità a treni dentati scorrevoli e anche in accoppiamenti fissi; a. telescopico, ottenuto accoppiando a telescopio due alberi scanalati, per consentire spostamenti assiali delle estremità: è applicato in macchine operatrici, in carrelli, motori ferroviarî, ecc.; a. a camme, v. camma; a. flessibile, costituito da una corda metallica che gira entro una guaina a spirale di acciaio: serve a trasmettere il moto a macchine strumentali o utensili che debbano spostarsi o subire spostamenti relativi durante l’uso. Nelle costruzioni navali, a. di spinta o a. reggispinta, quello che, accoppiato all’albero motore e all’albero di trasmissione, trasmette alla nave, per mezzo di cuscinetti reggispinta, la spinta dell’elica; a. portaelica (o asse dell’elica), asse che da una parte è accoppiato all’albero di trasmissione e dall’altra porta calettata l’elica. 4. In anatomia: a. bronchiale, l’insieme della trachea, dei grandi e dei piccoli bronchi, che presenta l’aspetto di un albero; a. vascolare, il complesso dei grossi vasi sanguigni – ossia dei «tronchi» venosi e arteriosi – e delle loro ramificazioni che ricordano l’aspetto di un albero; a. della vita (v. la voce). 5. In chimica: a. Denominazione data a cristallizzazioni dendritiche, arborescenti: a. di Saturno, che si forma immergendo una lamina di zinco in una soluzione di sale di piombo; a. di Diana, l’amalgama d’argento; a. di Giove, lo stagno metallico precipitato sullo zinco. b. non com. L’insieme dei composti derivati da una sostanza: a. dell’acetilene, a. del carbone, ecc. ◆ Dim. alberèllo (v. alberello2), alberétto (v.), alberino; spreg. alberùccio; accr. alberóne; pegg. alberàccio.