alchimia
alchìmia (meno corretto alchimìa, ant. archìmia) s. f. [dal lat. mediev. (sec. 12°) alchimia, e questo dall’arabo (ṣan’a) al-kīmiyā’ «(arte della) pietra filosofale», che a sua volta deriva, attrav. il siriaco kīmiyā, dal gr. tardo χυμεία o χημεία]. – 1. Arte, nata nell’ambiente ellenistico dell’Egitto nel 1° sec. d. C., che si proponeva la manipolazione e trasformazione dei metalli, e in partic. la loro possibile trasmutazione in oro o in rimedî per il prolungamento della vita. Dall’alchimia, coltivata durante tutto il medioevo e l’inizio dell’età moderna, fino al sec. 17°, ha avuto gradualmente sviluppo la chimica. 2. fig. a. Comportamento, metodo d’azione fondato sulla falsificazione, sull’inganno: a. elettorale, politica, parlamentare, i maneggi più o meno misteriosi e tortuosi della gara politica. b. Insieme di circostanze o fattori che inspiegabilmente portano a un risultato: per una qualche strana a. i conti tornano. c. Accostamento insolito di elementi, che porta a un risultato, a un effetto originale e raffinato: un’a. di suoni, colori, luci; talora anche con riferimento a sentimenti, affinità: tra noi si creò un’improvvisa alchimia.