allacciare
v. tr. [der. di laccio] (io allàccio, ecc.). – 1. a. Legare, stringere con lacci: a. le scarpe, il busto. Per estens., legare in genere, affibbiare, abbottonare, annodare, congiungere e sim.: a. il mantello; come tr. pron., allacciarsi la cintura, le scarpe, il reggiseno; Dal suo scudier l’elmo allacciar si fece (Ariosto). In partic.: a. una fune, annodarla con altra per allungarla; a. le viti, fermarne i tralci ai pali di sostegno; a. un’arteria, una vena, chiuderne il lume mediante legatura per impedire l’uscita del sangue (v. allacciatura); a. le acque, raccogliere più corsi d’acqua facendoli defluire in un solo canale; a. il telefono, il gas, collegare un nuovo impianto alla rete o alle condutture esterne; a. due tronchi di ferrovia, metterli in comunicazione mediante un altro binario. b. fig. A. due centri, due località, istituire fra questi qualche mezzo di comunicazione ferroviario o automobilistico; a. un’amicizia, a. nuove relazioni, stringerle. 2. non com. Di animali, prenderli col laccio; fig., di persona, sedurre, avvincere, far cadere in inganno. ◆ Part. pass. allacciato, anche come agg.: tenere la cintura di sicurezza allacciata; portava un bel busto di broccato a fiori, con le maniche separate e allacciate da bei nastri (Manzoni); riferito a persone, strettamente unite, avvinghiate, nella lotta o nell’amore: i due corpi allacciati vacillano accennando di cadere (D’Annunzio, di Paolo e Francesca). In araldica, allacciato in giro, attributo del serpente raffigurato in atto di mordersi la coda.