allogare
(ant. o region. allocare) v. tr. [lat. mediev. allocare, der. di locus «luogo»] (io allògo, tu allòghi, raro io alluògo, tu alluòghi, ecc.), non com. – 1. Porre in luogo idoneo, assegnare un luogo conveniente a persone o cose: a. qualcuno in una casa; a. i libri negli scaffali, la merce nella bottega; in partic., di persona, ospitare: sono arrivati molti parenti e non sappiamo come allogarli. Collocare, in genere: la faretra al fianco alluoga (Poliziano). Rifl., prendere luogo, stanziarsi: lasciarono le proprie sedie [= sedi] e allogaronsi nelle altrui (Boccaccio). 2. a. Collocare qualcuno in un impiego: lo allogò come commesso; pensava già ad allogare Giovannino presso un avvocato per fargli strada (De Sanctis); rifl.: si è allogata come cameriera; si allogò a servizio d’un signore. b. A. le figlie, maritarle. c. A. i proprî denari, impiegarli, investirli. 3. Dare in affitto: a. un podere, un terreno (meno com. una casa). 4. ant. Ordinare un lavoro a un artigiano, a un artista: li fu allogato un cartone d’Adamo e d’Eva (Vasari).