aloe
àloe (o aloè) s. m. (nel sign. 1, talora femm.) [dal lat. alŏe, gr. ἀλόη, s. f.], invar. – 1. a. Pianta perenne della famiglia delle liliacee, appartenente all’omonimo genere (lat. scient. Aloe) che comprende più di 200 specie, la maggior parte africane: ha fusto semplice o ramificato, alto anche qualche metro, terminante, come i rami, con un ciuffo di foglie carnose, spesso aculeate al margine, le quali presentano varî adattamenti al clima arido (cuticola spessa, cera, mucillagine nei tessuti interni, ecc.); i fiori, in grappoli semplici o composti, sono rossi, gialli o verdicci. b. Nome con cui è spesso indicata (anche a. americana) l’agave americana, per la somiglianza delle foglie con quelle delle piante di aloe. 2. Droga medicinale, costituita dal succo che si ricava dalle foglie di varie specie di aloe, condensato mediante evaporazione: si presenta in masse amorfe, di colore vario dal nero al giallo verdastro, lucide (a. lucido) oppure opache (a. epatico), di odore aromatico e di sapore molto amaro, che di questa droga costituisce la più nota caratteristica (di qui le comparazioni amaro come l’a. e sim.); a dosi moderate si usa come eupeptico e come purgante blando, a dosi forti come purgante drastico. 3. Legno odoroso fornito da un albero della famiglia delle timeleacee (Aquilaria agallocha) delle Indie orientali, usato nella fabbricazione di cassette e cofanetti per oggetti preziosi; è detto anche aquilaria.