alterare
v. tr. e intr. pron. [dal lat. tardo alterare, der. di alter «altro, diverso»] (io àltero, ecc.). – 1. a. Rendere diverso, cambiare la sostanza, l’aspetto di qualcosa, snaturare: a. i colori; a. la facciata di un palazzo. Come intr. pron., alterarsi, mutare aspetto, trasformarsi: tinte che si alterano facilmente; il latino s’è andato alterando attraverso i secoli; di prodotti varî, guastarsi, avariarsi: una crema che si altera velocemente; il vino col caldo s’è alterato; generi alimentari soggetti ad alterarsi. b. estens. Contraffare, sfigurare, falsificare: a. lo stato civile di un neonato; a. le misure, i pesi, una lega metallica; a. una scrittura, un documento; a. la voce; a. la verità. 2. fig. Turbare, eccitare, irritare: basta un nonnulla per alterarlo; togliere la lucidità di mente: il vino gli altera facilmente il cervello. Più com. nell’intr. pron.: gli si è alterata la mente; alterarsi in viso, turbarsi, spec. per sdegno o ira; assol., alterarsi, irritarsi, inquietarsi: perché ti alteri senza motivo?; non ti alterare per così poco! ◆ Part. pass. alterato, anche come agg. (v. la voce).