altitudine
altitùdine s. f. [dal lat. altitudo -dĭnis, der. di altus «alto1»]. – 1. In geografia, altezza di un luogo sul livello medio marino, lo stesso che altezza assoluta (v. altezza, n. 1 a). Effetto di a., per una grandezza geofisica, la sua variazione con l’altezza sul livello del mare (per es., la variazione, con la quota, dell’intensità della radiazione cosmica). 2. In senso assol., luogo alto, altura, o grande altezza sul livello marino: una zona di mare sereno si scopriva dall’a. (D’Annunzio). Malattia delle a., forma di baropatia di cui si patisce portandosi a quote elevate, per ascensioni in montagna (mal di montagna) o in volo (male degli aviatori): è caratterizzata da sofferenze neuropsichiche (astenia, cefalea, torpore, vertigini), respiratorie (iperventilazione polmonare per aumento degli atti e della profondità del respiro), circolatorie (inizialmente aumento della pressione arteriosa e poi, per l’intervento di segni di sofferenza miocardica, ipotensione, onde tendenza a lipotimia e al collasso), ematologiche (aumento dei globuli rossi e microcitosi). 3. Altezza, elevatezza, in senso fig.: richiamare i giovani a tali a. di pensiero e di sentimento (Pascoli).