alto. Finestra di approfondimento
L’altezza delle persone - A. e basso sono l’uno il contr. dell’altro in quasi tutte le accezioni. Ciascuno dei due termini, tuttavia, ha ricche serie di sinon. con sfumature diverse. Parlando di una persona, riguardo alla sua statura, a. e basso sono gli agg. meno marcati. Se si vuole sottolineare, iron. o spreg., l’altezza, si dirà lungo o, peggio ancora, pennellone (region.), pertica o perticone, spilungone ecc. (con numerosi equivalenti regionali). Longilineo e slanciato, invece, oltre che d’uso più formale, valutano positivamente l’altezza. Al contrario, per la bassezza non esistono agg. con sfumatura positiva; tutt’al più si hanno i tecnicismi medici brevilineo e brachitipo, e gli attenuativi minuto, piccino e piccolo. Gli altri sinon. (intens.) di basso sono tutti più o meno spreg.: nanerottolo, nano, tappo, tarchiato, tozzo ecc. (gli ultimi due rimandano a corporatura bassa e larga). Si noti, tra l’altro, che per a. e basso vige la stessa distinzione di altri agg. di misura (grande e piccolo, largo e stretto, lungo e corto ecc.), vale a dire che il termine meno marcato è sempre il primo della coppia, ovvero quello positivo, il quale è anche l’agg. che, di solito, ha il maggior numero di sinon.: per conoscere l’altezza, la grandezza, la larghezza e la lunghezza (non a caso i sost. indicanti le dimensioni di un oggetto derivano proprio dal primo e non dal secondo agg. della coppia), infatti, di norma si domanda quanto è alto, grande, largo, lungo? e non quanto è basso, piccolo, stretto, corto?
L’altezza dei luoghi e dei suoni - Dal punto di vista geografico, a. e basso (oltre a indicare la distanza dal livello del mare: un monte a. o elevato) sono epiteti fam. per designare la parte settentrionale o meridionale di uno stato (l’a. e la bassa Italia). Attenzione, tuttavia, a non confondere il semplice la bassa con l’Italia del Sud, visto che si tratta della zona depressa della Pianura Padana.
Per quanto riguarda i suoni, le voci e sim., a. e basso sono agg. generici ed equivoci, dal momento che possono rimandare sia all’intensità o volume (parlare a voce a. o bassa), sia alla frequenza o acutezza (emettere note a. o basse) di un suono. Nel primo caso a. ha come sinon. elevato, sonoro o, con senso accentuato, assordante, possente, potente, roboante, tonante; in luogo di parlare ad a. voce o a voce a. si suole anche dire gridare, urlare o, intensivamente, assordare, tuonare. Basso ha invece come sinon. debole, fioco, flebile, smorzato, sommesso, sussurrato, tenue; in luogo di parlare a bassa voce o a voce bassa si suole anche dire parlare con un fil di voce o sussurrare. Invece i termini più appropriati per indicare l’acutezza di un suono sono acuto (con l’intens., limitato al linguaggio musicale, sovracuto) e grave, come sinon., rispettivam., di a. e basso.
Altri livelli - A. e basso sono, nella lingua com., usati molto frequentemente nei contesti più disparati in luogo di agg. più specifici. A proposito di prezzi, per es., a. e basso sostituiscono, rispettivam., costoso (o caro) ed economico (o a buon mercato). Se si parla di un investimento, in luogo di a. si possono usare almeno anche considerevole, cospicuo, elevato, grande, grosso, ingente, notevole, ragguardevole, rilevante; in luogo di basso (in questa accezione poco usato), contenuto, di poco conto, esiguo, modico, piccolo. A proposito dell’estrazione sociale (quartieri a. o bassi), a. può essere sostituito da altolocato, chic, elegante, raffinato, ricco, signorile o anche dall’invar. bene (per lo più iron.: i signori dei quartieri bene di Roma), mentre basso da modesto, povero, umile. Se si parla della posizione della testa (camminare a testa a. o bassa, anche fig. per «essere fiero, sicuro di sé» o «essere insicuro o vergognoso»), a. può essere sostituito da diritto o dritto, eretto, ritto, mentre basso da chino, curvo, piegato o reclinato.
A. può rimandare anche allo spessore di un oggetto (un a. strato di catrame; un a. manto di neve; una fetta di pane troppo a.) o alla profondità (qui l’acqua è troppo a. per me che non so nuotare). Nel primo caso sono più indicati gli agg. grosso o spesso (region. erto) per a. (talora è ammesso anche voluminoso: quel libro è assai voluminoso) e fine (meno formale ma più com., fino) o sottile per basso. Nel secondo caso l’agg. appropriato è profondo mentre, curiosamente, non si danno sinon. di basso. Tuttavia, in a. mare non vuol dire, necessariamente, «dove il mare è profondo», bensì «molto lontano dalla riva, in mare aperto», e infatti l’espressione non ha altri contr. se non a riva, sotto costa.
Usi speciali - In qualche caso a. e basso in accezione fig. si sono tecnicizzati, come per es. nelle espressioni proprie della storiografia a. o basso medioevo, vale a dire «medioevo dei primi secoli» o «degli ultimi secoli». Lo stesso valga per il corso dei fiumi (a. o basso Nilo; a. o basso Adige), dove a. e basso alludono rispettivam. al tratto più o meno vicino alla sorgente. In un paio di casi, invece, i due agg. non sono opponibili. Per es. a proposito di tempo già trascorso per la maggior parte si può usare, oltre ad a. (ad a. notte), avanzato, fatto (è giorno fatto, ormai), fondo (riferito a notte), inoltrato, pieno, profondo (raram. tutti questi agg. sono intercambiabili), ma non si danno contrari. Infine a., col sign. di «molto difficile», le sue disquisizioni sono troppo a. per me, può avere come sinon., oltre a difficile, almeno arduo, complesso, complicato, difficoltoso, impegnativo, e come contr. facile e semplice, ma non basso. Se dal contenuto passiamo allo stile, a. e basso, in questo caso opponibili, possono invece avere come sinon. più specifici, rispettivam., formale, letterario, nobile, ricercato o indecoroso, sciatto, trascurato, triviale e sim.