alto [lat. altus, propr. part. pass. passivo di alĕre "nutrire, far crescere"]. - ■ agg. 1. a. [che si eleva dal suolo con uno sviluppo verticale notevole: un a. monte; alberi d'a. fusto] ≈ elevato. ‖ eminente, prominente. ↔ basso. b. [di statura superiore alla media: un uomo a.] ≈ ↑ lungo. ‖ longilineo, slanciato. ↔ basso. ‖ brevilineo, piccolo, tarchiato. 2. a. [che è in posizione elevata: la zona a. della città] ≈ elevato, rialzato, sollevato, sopraelevato. ↔ basso. b. (geogr.) [del nord: l'a. Italia (o Alta Italia o alt'Italia)] ≈ settentrionale. ↔ basso, meridionale. c. [di testa e sim., rivolto al cielo] ≈ dritto, eretto, ritto. ↔ basso, chino, curvo, piegato, reclinato. 3. a. (tess.) [di panno e sim., che ha una certa larghezza: stoffa a. mezzo metro] ≈ largo. b. [che ha un certo spessore o che è di notevole spessore: una tavola a. due centimetri; una bistecca a.] ≈ grosso, spesso. ↔ basso, fine, sottile. c. (tipogr.) [di carattere tipografico più grande del comune] ≈ maiuscolo. ↔ basso, minuscolo. 4. [di acque, che si estende verticalmente in basso] ≈ profondo. ↔ basso. ● Espressioni: alta marea → □. ▲ Locuz. prep.: in alto mare 1. [lontano dalla costa] ≈ al largo. ↔ sotto costa. 2. (fig.) [lontano dallo scopo, dalla conclusione, dalla soluzione di un problema: con il lavoro siamo ancora in a. mare] ≈ in difficoltà. ↔ a buon punto, in dirittura d'arrivo. 5. [di voce o suono, che ha una notevole acutezza o intensità: parlare a voce a. o ad a. voce] ≈ acuto, elevato, forte, intenso, possente, potente, sonoro, squillante, vibrante. ↔ basso, cupo, debole, fioco, flebile, grave, smorzato, sommesso, sordo. 6. [di notevole entità: uno stipendio a.] ≈ considerevole, cospicuo, elevato, grande, grosso, ingente, ragguardevole, rilevante. ↑ enorme, immenso. ↔ basso, contenuto, esiguo, modico, piccolo. ↑ insignificante, irrilevante, minimo, trascurabile. ● Espressioni: alta fedeltà → □. 7. a. [di tempo, già trascorso per la maggior parte: notte a.] ≈ avanzato, fatto, fondo, inoltrato, pieno, profondo. b. [dei primi tempi, dei primi secoli: l'a. medioevo] ≈ iniziale, lontano, primitivo, primo, primordiale. ↔ basso, tardo. 8. (fig.) a. [di notevole levatura: un uomo di a. ingegno] ≈ eccellente, egregio, elevato, esimio, grande, insigne, nobile. ↑ eccelso, sommo, sublime. ↔ basso, modesto. ↑ infimo, meschino, vile. b. [di grande prestigio, di classe: quartieri a.] ≈ altolocato, bene, chic, elegante, raffinato, signorile. ↔ basso, modesto, umile. ● Espressioni: alta moda → □; alta società → □. ▲ Locuz. prep.: d'alto bordo [di elevata condizione sociale, anche iron.: una prostituta d'a. bordo] ≈ altolocato; d'alto livello [di notevole pregio: un'opera d'a. livello] ≈ di valore, eccellente, importante, pregevole. ↔ dozzinale, mediocre, scadente, spregevole. 9. (fig.) [di notevole difficoltà: sono concetti troppo a. per lui] ≈ arduo, difficile, difficoltoso, impegnativo. ↔ facile, semplice. ■ avv. 1. [in luogo elevato, verso il cielo, anche fig.: volare a.; mirare a.] ≈ in cima, in su, su. ↔ basso, in giù, giù. 2. [con voce forte: parlare a.] ≈ ad alta voce, forte. ↔ a bassa voce, basso, piano, sommessamente, sottovoce. ■ s. m., solo al sing. 1. [la parte più elevata di qualcosa, anche fig.: l'ordine è venuto dall'a.] ≈ apice, apogeo, cima, culmine, sommità, vertice, vetta. ↔ basso. ▲ Locuz. prep.: fig., dall'alto in basso [con alterigia, con superbia: guardare, trattare qualcuno dall'a. in basso] ≈ altezzosamente, spocchiosamente, sprezzantemente, superbamente. ↔ modestamente, umilmente; in alto [in posizione elevata, anche fig.: puntare in a.] ≈ in su, su. ↔ giù, in basso, in giù. 2. (tipogr.) [carattere tipografico più grande del comune] ≈ e ↔ [→ ALTO agg. (3. c.)]. 3. (lett.) [volta celeste] ≈ cielo. □ alta fedeltà [sistema di registrazione e di riproduzione del suono che riduce al minimo le distorsioni] ≈ hi-fi, high fidelity. □ alta marea [innalzamento del livello del mare al di sopra del livello normale] ≈ flusso. ↔ bassa marea, riflusso. □ alta moda [sartoria di lusso] ≈ haute couture. □ alta società [insieme delle persone che appartengono alle classi sociali più elevate] ≈ aristocrazia, bel (o gran) mondo, buona società, crema, crème, élite, fior fiore, haute, high life, high society, jet-set, nobiltà, palmarès. ↔ gente comune, (spreg.) plebe, popolino, popolo, proletariato, (spreg.) volgo. ↑ feccia, plebaglia.
alto. Finestra di approfondimento
L’altezza delle persone - A. e basso sono l’uno il contr. dell’altro in quasi tutte le accezioni. Ciascuno dei due termini, tuttavia, ha ricche serie di sinon. con sfumature diverse. Parlando di una persona, riguardo alla sua statura, a. e basso sono gli agg. meno marcati. Se si vuole sottolineare, iron. o spreg., l’altezza, si dirà lungo o, peggio ancora, pennellone (region.), pertica o perticone, spilungone ecc. (con numerosi equivalenti regionali). Longilineo e slanciato, invece, oltre che d’uso più formale, valutano positivamente l’altezza. Al contrario, per la bassezza non esistono agg. con sfumatura positiva; tutt’al più si hanno i tecnicismi medici brevilineo e brachitipo, e gli attenuativi minuto, piccino e piccolo. Gli altri sinon. (intens.) di basso sono tutti più o meno spreg.: nanerottolo, nano, tappo, tarchiato, tozzo ecc. (gli ultimi due rimandano a corporatura bassa e larga). Si noti, tra l’altro, che per a. e basso vige la stessa distinzione di altri agg. di misura (grande e piccolo, largo e stretto, lungo e corto ecc.), vale a dire che il termine meno marcato è sempre il primo della coppia, ovvero quello positivo, il quale è anche l’agg. che, di solito, ha il maggior numero di sinon.: per conoscere l’altezza, la grandezza, la larghezza e la lunghezza (non a caso i sost. indicanti le dimensioni di un oggetto derivano proprio dal primo e non dal secondo agg. della coppia), infatti, di norma si domanda quanto è alto, grande, largo, lungo? e non quanto è basso, piccolo, stretto, corto?
L’altezza dei luoghi e dei suoni - Dal punto di vista geografico, a. e basso (oltre a indicare la distanza dal livello del mare: un monte a. o elevato) sono epiteti fam. per designare la parte settentrionale o meridionale di uno stato (l’a. e la bassa Italia). Attenzione, tuttavia, a non confondere il semplice la bassa con l’Italia del Sud, visto che si tratta della zona depressa della Pianura Padana.
Per quanto riguarda i suoni, le voci e sim., a. e basso sono agg. generici ed equivoci, dal momento che possono rimandare sia all’intensità o volume (parlare a voce a. o bassa), sia alla frequenza o acutezza (emettere note a. o basse) di un suono. Nel primo caso a. ha come sinon. elevato, sonoro o, con senso accentuato, assordante, possente, potente, roboante, tonante; in luogo di parlare ad a. voce o a voce a. si suole anche dire gridare, urlare o, intensivamente, assordare, tuonare. Basso ha invece come sinon. debole, fioco, flebile, smorzato, sommesso, sussurrato, tenue; in luogo di parlare a bassa voce o a voce bassa si suole anche dire parlare con un fil di voce o sussurrare. Invece i termini più appropriati per indicare l’acutezza di un suono sono acuto (con l’intens., limitato al linguaggio musicale, sovracuto) e grave, come sinon., rispettivam., di a. e basso.
Altri livelli - A. e basso sono, nella lingua com., usati molto frequentemente nei contesti più disparati in luogo di agg. più specifici. A proposito di prezzi, per es., a. e basso sostituiscono, rispettivam., costoso (o caro) ed economico (o a buon mercato). Se si parla di un investimento, in luogo di a. si possono usare almeno anche considerevole, cospicuo, elevato, grande, grosso, ingente, notevole, ragguardevole, rilevante; in luogo di basso (in questa accezione poco usato), contenuto, di poco conto, esiguo, modico, piccolo. A proposito dell’estrazione sociale (quartieri a. o bassi), a. può essere sostituito da altolocato, chic, elegante, raffinato, ricco, signorile o anche dall’invar. bene (per lo più iron.: i signori dei quartieri bene di Roma), mentre basso da modesto, povero, umile. Se si parla della posizione della testa (camminare a testa a. o bassa, anche fig. per «essere fiero, sicuro di sé» o «essere insicuro o vergognoso»), a. può essere sostituito da diritto o dritto, eretto, ritto, mentre basso da chino, curvo, piegato o reclinato.
A. può rimandare anche allo spessore di un oggetto (un a. strato di catrame; un a. manto di neve; una fetta di pane troppo a.) o alla profondità (qui l’acqua è troppo a. per me che non so nuotare). Nel primo caso sono più indicati gli agg. grosso o spesso (region. erto) per a. (talora è ammesso anche voluminoso: quel libro è assai voluminoso) e fine (meno formale ma più com., fino) o sottile per basso. Nel secondo caso l’agg. appropriato è profondo mentre, curiosamente, non si danno sinon. di basso. Tuttavia, in a. mare non vuol dire, necessariamente, «dove il mare è profondo», bensì «molto lontano dalla riva, in mare aperto», e infatti l’espressione non ha altri contr. se non a riva, sotto costa.
Usi speciali - In qualche caso a. e basso in accezione fig. si sono tecnicizzati, come per es. nelle espressioni proprie della storiografia a. o basso medioevo, vale a dire «medioevo dei primi secoli» o «degli ultimi secoli». Lo stesso valga per il corso dei fiumi (a. o basso Nilo; a. o basso Adige), dove a. e basso alludono rispettivam. al tratto più o meno vicino alla sorgente. In un paio di casi, invece, i due agg. non sono opponibili. Per es. a proposito di tempo già trascorso per la maggior parte si può usare, oltre ad a. (ad a. notte), avanzato, fatto (è giorno fatto, ormai), fondo (riferito a notte), inoltrato, pieno, profondo (raram. tutti questi agg. sono intercambiabili), ma non si danno contrari. Infine a., col sign. di «molto difficile», le sue disquisizioni sono troppo a. per me, può avere come sinon., oltre a difficile, almeno arduo, complesso, complicato, difficoltoso, impegnativo, e come contr. facile e semplice, ma non basso. Se dal contenuto passiamo allo stile, a. e basso, in questo caso opponibili, possono invece avere come sinon. più specifici, rispettivam., formale, letterario, nobile, ricercato o indecoroso, sciatto, trascurato, triviale e sim.