ammazzagrandi
s. m. e f. e agg. inv. Chi o che sconfigge, stronca gli avversari più importanti e accreditati. ◆ Quel che resta del Parma è una squadra allo sbando. […] Il 2-0 che ha inflitto ai gialloblù quella squadra ammazzagrandi che è diventata l’Empoli affloscia ogni speranza, svuota ogni ambizione e allestisce scenari cupi. (Brunella Ciullini, Stampa, 16 marzo 1998, p. 30, Sport) • Poi [Gigi Del Neri] aggiunge: «Abbiamo vinto e ci troviamo a cercare mille pretesti. Si può discutere su tutto ma bisogna dare il merito al Chievo di questo successo. Nei primi quarantacinque minuti in campo si è vista solo la mia squadra. Abbiamo conquistato il ruolo di ammazzagrandi e ne andiamo orgogliosi». (Giancarla Ghisi, Corriere della sera, 16 febbraio 2003, p. 43, Sport) • Domani la Juve, mercoledì le milanesi. In Champions la partita più difficile è del Milan (con il Lione primo nel campionato francese e abituato al ruolo di ammazzagrandi), ma il Milan è anche la squadra più in forma delle nostre tre. (Gianni Mura, Repubblica, 27 marzo 2006, p. 42, Sport).
Composto dal v. tr. ammazzare e dal s. m. e f. grande.
Già attestato nel Corriere della sera del 2 febbraio 1992, p. 25 (Franco Melli).