ammirare
v. tr. [dal lat. admirari, comp. di ad- e mirari «guardare con meraviglia»]. – 1. Guardare con attenzione e interessamento persona, oggetto o spettacolo che attragga e desti meraviglia per bellezza, novità o altre notevoli caratteristiche: Venendo e trapassando ci ammirava D’anime turba tacita e devota (Dante); a. la bellezza, l’eleganza di una persona; a. un quadro, un affresco, un bel panorama; a. i colori di un tramonto, la potenza espressiva di un bassorilievo. 2. a. Considerare con sentimento di approvazione e di stima le qualità straordinarie di una persona: a. l’eroismo, la forza d’animo, la pazienza di qualcuno; a. la virtù di Socrate, la rettitudine di Aristide, il valore di Cesare; o la persona stessa dotata di tali qualità: ti ammiro per il tuo sangue freddo; lo ammiro per la sua costanza; anche di cosa: a. la perfetta organizzazione di un’azienda. b. Riferito talvolta, con o senza ironia, a qualità che meriti disapprovazione: ho ammirato la sua improntitudine; ammiro la tua sfacciataggine. 3. intr., ant. Meravigliarsi, stupire: ammiro Com’io trascenda questi corpi levi (Dante); anche con la particella pron.: Or qui t’ammira in ciò ch’io ti replìco (Dante); Di tanta novità l’angel si ammira (Ariosto). ◆ Part. pass. ammirato, anche come agg. (v. la voce).