amo
s. m. [lat. hamus]. – 1. Strumento per pescare costituito di un ago di acciaio duro ricurvo ad uncino, terminante all’estremità più corta con uno o più dardi (o lance, con ardiglione acuminato) che, innescati, servono ad attirare e quindi a trattenere il pesce che abbia abboccato, e all’estremità più lunga (gambo) con un anello o una paletta con cui viene fissato alla parte finale della lenza (setale). Frasi fig.: tendere l’a., preparare un’insidia; abboccare all’a., lasciarsi allettare, cadere in un tranello; meno com., andare a pescare con l’a. d’oro, rischiare molto per poco; con il senso di inganno, insidia, anche in antichi esempî letterarî: voi prendete l’esca, sì che l’amo De l’antico avversaro a sé vi tira (Dante). 2. poet. ant. Punta uncinata dell’ancora, di un dardo e sim.: Da un a. all’altro l’ancora è tanto alta (Ariosto); quando ei vide Fuor della polpa l’a. dello strale Gli tornò tosto il core (V. Monti). 3. Ferro a uncino che i Romani usavano piantare in terra come protezione innanzi ai trinceramenti.