analogico
analògico agg. [dal lat. analogĭcus, gr. ἀναλογικός] (pl. m. -ci). – 1. Proprio dell’analogia, che si fonda sull’analogia, ottenuto o formato per analogia: metodo, procedimento a.; interpretazione a. della legge; forme verbali a.; concetto a., nella logica, in contrapp. a concetto proprio, è quello che è ottenuto dall’esperienza di una cosa diversa da quella di cui è concetto, per es. da un effetto di essa (così il concetto di un animale che si è veduto è un concetto proprio, il concetto di un animale di cui si sono viste solo le orme è analogico); poesia a., poetica a., tecnica a., che segue il procedimento dell’analogia. 2. In fisica, qualifica della corrispondenza tra due fenomeni diversi ma retti dalle stesse leggi formali e che perciò possono essere assunti l’uno come modello dell’altro; in partic., un modello fisico analogico può servire come strumento di calcolo (nei calcolatori a.) o di misura (per es., la posizione dell’ago di un manometro rispetto al quadrante graduato esprime in modo analogico la misura della pressione). 3. In elettronica, qualifica che, in contrapp. a digitale o numerico, si dà a dispositivi, apparecchi, strumenti dove si svolgono fenomeni che sono modelli fisici di altri fenomeni di cui simulano l’andamento, permettendone un calcolo (detto appunto calcolo a.): calcolatore a., v. calcolatore; rappresentazione a. di una quantità (in contrapp. a digitale o numerica), quella ottenuta mediante grandezze fisiche (di solito correnti o tensioni) variabili con continuità: nei calcolatori a. le grandezze sono rappresentate in forma analogica. ◆ Avv. analogicaménte, per analogia, con metodo o procedimento analogico.