anarcocapitalismo
(anarco-capitalismo) s. m. Sintesi tra capitalismo e libertarismo di tipo anarchico, considerata come alternativa all’eccessivo potere dello Stato; anche, capitalismo selvaggio, che non accetta regole e limitazioni. ◆ Non ha molto senso evidenziare la questione meridionale se non si denunzia, con altrettanta decisione, la questione settentrionale: senza l’edonismo, il cinismo, l’anarcocapitalismo, la miopia campanilistica e razzista, la corruzione sistemica del Nord, la condizione del Sud sarebbe altrettanto grave? (Augusto Cavadi, Repubblica, 26 febbraio 2010, Palermo, p. 1) • Friedman, noto economista figlio di un ancora più noto economista (papà è il premio Nobel Milton), è un autorevole voce dei libertari statunitensi. Secondo lui, lo Stato è una cricca di politici, legislatori e burocrati che punta a ridurre l'autonomia dell'individuo, anche con la forza se necessario. Quindi meglio privatizzare tutti i settori in cui lo Stato detiene «l'esclusiva»: scuola, sanità, previdenza, giustizia, sistema viario, sicurezza, tutela ambientale. Obiettivo finale e utopico, la società senza lo Stato, la libera cooperazione al posto della coercizione, all'interno di un sistema di mercato. In altre parole: l'anarco-capitalismo. (Alessandro Gnocchi, Giornale.it, 6 gennaio 2012, Cultura).
Composto dal confisso anarco- aggiunto al s. m. capitalismo.
Già attestato nel Corriere della sera del 2 aprile 1996, p. 27 (Riccardo Chiaberge).