andare. Finestra di approfondimento
Cambiare luogo - Il concetto di «trasferirsi da un luogo a un altro» può essere espresso da molti altri verbi, oltre al generico a., secondo sfumature ora semantiche ora stilistiche. Di registro elevato, oppure scherz., sono ambulare e condursi: risolse allora di condursi da quella parte (A. Manzoni). Inoltrarsi allude allo spostarsi sempre più avanti, talora anche superando degli ostacoli: s’inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose (A. Manzoni); m’è accaduto, come a chi s’inoltra in un labirinto (V. Imbriani). Anche progredire implica, come inoltrarsi, un andare sempre più avanti, senza tuttavia alludere ad ostacoli: progredì nel cortile promettendo di tornare a momenti (A. Manzoni); tuttavia questo verbo è oggi abbastanza raro nel suo senso letterale, mentre è quasi sempre impiegato nell’accezione fig. di «migliorare» (nello studio dell’inglese progredisco di giorno in giorno). Molto usato, invece, proprio nel senso letterale di «andare avanti», è procedere (in cui, come in progredire, il prefisso lat. pro- indica per l’appunto «avanti»): esce in aperto, e al cimiter procede (G. Carducci). Di sign. analogo è anche avanzare: avanzavano lentamente verso la meta. Con avviarsi si intende invece l’incominciare ad andare: avvìati, tra un minuto ti raggiungerò. Camminare e incamminarsi presuppongono che si vada a piedi; il senso proprio del secondo verbo è quello di iniziare a camminare, ovvero di avviarsi a piedi, mettersi in cammino: prendete il vostro fagotto, e incamminatevi, che vi terrò dietro (C. Goldoni). Se l’andatura è veloce si può dire anche correre: corse ad avvertire suo padre. Chi va innanzi con fare solenne incede: i due officiali incedettero gravi (C. Dossi). Partire rimanda al concetto di viaggio, di spostamento duraturo: partì per l’America. Dirigersi, muoversi e spostarsi, invece, alludono per lo più al cambiamento di direzione o, comunque, alla meta del cammino: dirigiti a Sud e non puoi sbagliare; la carovana mosse a Ovest; da Como ci spostammo alla volta di Lecco. Talora la lingua burocr. o inutilmente ricercata preferisce ad a. altre parole come recarsi, portarsi, spostarsi, passare (talora impiegate anche per esigenze di variatio: andò a Vienna e l’anno dopo passò a Parigi).
Metafore dell’andare - Tra i numerosi altri sign. di a., molto usato, spec. nell’uso fam., è quello di «funzionare». Funzionare è per l’appunto il verbo più adatto per tutti gli usi, ma è sostituibile anche con camminare e marciare soprattutto per quei meccanismi che comportano un movimento (oggi la mia automobile non cammina; ora il motore marcia perfettamente). Un altro sign. frequentissimo di a. è quello di «essere gradito»: come mi andrebbe un gelato al cioccolato!; ti va di uscire con me, stasera?; non mi va che racconti in giro certe cose di me. I sinon. possibili sono quasi tutti marcati: a) andare a genio indica un grado più intenso ed è spesso usato in espressioni fam. per lo più negative (quel tipo non mi va proprio a genio); b) garbare è d’uso fam. ed è molto diffuso soprattutto in Toscana; c) piacere e d) soddisfare implicano un piacere maggiore, rispetto al semplice a. e, soprattutto il secondo verbo, più raramente reggono una prop. (mi piacerebbe andare in finlandia; il suo lavoro non mi soddisfa affatto). A. è di largo impiego anche nel senso fig. di «procedere», soprattutto nella domanda come va? (o anche come si va?; come andiamo?), usata spesso come saluto di chi si incontra, e che è leggermente meno confidenziale e più generica rispetto a come stai? Talora, anziché con uso impers., a. ha anche un sogg.: come ti va la vita?; come vanno gli affari?; la scuola non mi sta andando bene per niente. In tutti questi casi procedere è il sinon. più ricercato, mentre buttare è quello più fam. (come butta?; con il lavoro non butta affatto male, in questo periodo). Anche va bene è espressione frequentissima (più raro il sinon. d’accordo), peraltro spesso sostituita, spec. nel registro fam. dei giovani, dall’abbreviazione americana O. K. (okay).
Un uso eufem. (ma talora anche gerg. o fam.) di a. è quello di «fare l’amore», inteso soprattutto nel senso di «avere rapporti occasionali»: è una che va con tutti; con quella non ci sono mai andato.
Andare via - Andarsene ha come sign. principale quello di «portarsi lontano dal luogo in cui ci si trova» ed è spesso accompagnato dall’avv. via (che in realtà s’accompagna spesso anche ad a.: vado via): vattene via, non voglio più vederti! A seconda del contesto e dello stile, può essere sostituito da vari sinon.: allontanarsi (per lo più momentaneo o riferito a persone che si lasciano: mi allontano un attimo e poi ritorno; si allontanò da lei in seguito ai ripetuti litigi); partire (per lo più duraturo); uscire (se si passa da un interno ad un esterno). Alzare i tacchi, levare le tende e sloggiare sono modi fam. e un po’ bruschi per esprimere il concetto di «andarsene da un luogo che è diventato scomodo o pericoloso»: se qui non ti trovi bene, puoi anche sloggiare. Se poi l’andarsene avviene per lo più in gran fretta, magari perché la permanenza in un luogo comporterebbe dei disagi, sono disponibili altri verbi, ora più fam. (battersela, filarsela, sgattaiolare, squagliarsela, svignarsela, tagliare la corda, telare) ora più ricercati (eclissarsi, fuggire, scappare, scomparire). Rispetto al semplice a., a. via e andarsene (via) implicano talora un allontanarsi impulsivo e per stizza, oppure definitivo: è tardi, vado, tornerò per cena; se vuoi bene ad un altro, io me ne vado via, e buona notte ai suonatori (G. Verga).
All’altro mondo - Andarsene (o a. all’altro mondo) funge talora come sostituto fam. eufem. di morire: purtroppo il nonno se n’è andato l’estate scorsa. Con questo stesso valore, ma più formali, vengono spesso usati anche lasciare (il professore ci ha lasciato troppo presto), mancare (è mancato la notte scorsa), passare a miglior vita, scomparire, spegnersi e molti altri. D’uso ora lett. ora burocr. (e comunque sempre eufem. rispetto a morire, uno dei verbi tabù della nostra cultura) sono invece decedere (è deceduto in seguito a un terribile incidente), nello stile solenne spirare (si contrasse, si distese e spirò! [N. Tommaseo]) e trapassare (datemi una maniera nobile di trapassare! [G. D’Annunzio]). Mentre d’uso spreg. è crepare, spesso sfruttato nelle imprecazioni (crepa, una buona volta!).