anfiteatro
s. m. [dal lat. amphitheatrum, e questo dal gr. ἀμϕιϑέατρον, s. neutro, ma in origine forse agg. (sottint. οἰκοδόμημα o altro nome) «costruzione che ha i posti tutt’intorno per guardare»]. – 1. Costruzione destinata, presso gli antichi Romani, ai ludi gladiatorî e ad altri spettacoli che, richiedendo adeguato spazio, si svolgevano in un’arena centrale, di forma ellittica, mentre gli spettatori assistevano da sedili disposti a gradinate tutt’intorno. 2. a. Disposizione a ordini semicircolari concentrici e degradanti (analoga a quella delle gradinate degli anfiteatri antichi) dei banchi delle aule d’insegnamento soprattutto universitario: a. anatomico, per le lezioni ed esercitazioni d’anatomia. Nell’architettura dei teatri e delle sale da concerto, galleria di posti a gradinate curvilinee nella parte più alta della sala. b. Più genericam., ad anfiteatro (o in forma d’a.), locuz. agg. e avv. riferita a luoghi o spazî che ne riproducano la forma caratteristica: tribune disposte ad a.; la disposizione ad a. delle tribune; una valle chiusa ad a. dai poggi circostanti; Al fine un largo spazio in forma scorge D’a. (T. Tasso). E anfiteatro indica spesso la disposizione stessa, lo spazio, il luogo: ammirai la postura bellissima del paese, a piè dell’Appennino, fra un a. di colli verdi e ombrosi (Carducci). 3. In geografia fisica, a. morenico, il complesso di materiali morenici che un ghiacciaio ha depositato lungo l’arco della sua fronte in forma di rilievi concentrici (v. morena). In astronomia, nome (anche circo) con cui vengono indicati i crateri lunari di maggiori dimensioni.