anglobalizzazione
s. f. La globalizzazione come espressione della pervasiva cultura angloamericana. ◆ L’intenzione di [Niall] Ferguson, come lui stesso afferma, è scrivere «la storia della globalizzazione», o meglio della «anglobalizzazione», come la chiama coniando un’efficace espressione: cioè la storia di come la stirpe anglosassone, dapprima sotto la corona della Gran Bretagna, quindi in nome della laica America, ha forgiato e influenzato il mondo a sua immagine e somiglianza. (Enrico Franceschini, Repubblica, 11 ottobre 2003, p. 41, Cultura) • Niall Ferguson, già professore a Oxford e alla New York University, nonché senior fellow della Hoover Institution a Stanford (Palo Alto, California), suggerisce per descrivere questo fenomeno il termine «anglobalizzazione»: «al mondo farebbe bene un lungo periodo di semina delle istituzioni anglosassoni», ha detto Ferguson in una discussione al Council on Foreign Relations di New York, dove ha presentato il suo ultimo libro («Colossus: the price of America’s Empire»), «gli Stati Uniti hanno la responsabilità di continuare l’opera civilizzatrice dell’impero britannico». (Paolo Mieli, Corriere della sera, 10 giugno 2004, p. 43) • [tit.] L’«anglobalizzazione» [testo] […] Il tema di [Niall] Ferguson è racchiuso nel sottotitolo: Come la Gran Bretagna ha fatto il mondo moderno, e segue il filo di quella che lui chiama la «anglobalizzazione» del globo. (Luigi Sampietro, Sole 24 Ore, 2 dicembre 2007, p. 35, Storia e storie).
Adattato dal s. ingl. anglobalization.