animaloide
s. m. e agg. Chi o che ha le sembianze e il comportamento simili a quelli di un animale. ◆ Gli altri, i «revisionisti», pascolano in uno stato brado e animaloide: orribili i loro argomenti, orribili i loro vestiti. (Foglio, 23 gennaio 2001, p. 4) • stati d’animo contraddittori dove - scrive Claudio Ceritelli in catalogo - «emerge un’idea di autoritratto dell’artista come animaloide». Così il personaggio comincia a respirare e a emozionarsi perché, spiega l’artista, «animaloide è qualcuno che ha un’anima ma non è completamente bestia né completamente uomo». (Manuela Gandini, Stampa, 25 settembre 2004, Tuttolibri, p. 9) • Il Giappone, si sa, è la patria della tecnologia più avanzata, in particolare della robotica, e ha prodotto non soltanto robot operai, chirurghi, esploratori e minatori, ma anche una serie di umanoidi e animaloidi talmente simili nelle forme e nelle funzioni agli originali biologici da suscitare inquietudine e spaesamento. Basta pensare al cane Aibo, al direttore d’orchestra Krio, all’affabile Asimo e al robot-bambino CB2. (Giuseppe O. Longo, Avvenire, 22 settembre 2007, p. 23, Agorà).
Derivato dal s. m. e agg. animale con l’aggiunta del suffisso -oide, sul modello di umanoide.