anno
s. m. [lat. annus]. – 1. Unità di misura del tempo che corrisponde sostanzialmente al periodo di rivoluzione della Terra intorno al Sole; tale periodo ha la durata media, per gli usi pratici (a. civile o comune), di 365 giorni, e di 366 negli anni bisestili, estendendosi dal 1° gennaio al 31 dicembre, mentre in astronomia ha la durata esatta di 365 giorni, 6 ore, 9 minuti, 9,54 secondi (a. sidereo o astrale); di pochi minuti più breve è l’a. tropico o solare o equinoziale, corrispondente all’intervallo di tempo (365d, 5h, 48m, 46,98s) compreso tra due passaggi consecutivi del Sole al «punto gamma» o «punto vernale», e sul quale si fonda il calendario solare; per l’a. fittizio o besseliano (lat. scient. annus fictus), v. besseliano. La parola è intesa sempre come anno comune nelle espressioni: capo d’a. (o capodanno), il 1° gennaio; buon a., formula d’augurio nel giorno di capodanno; a. nuovo, quello che è incominciato da poco o che è per cominciare (a. nuovo vita nuova, formula d’augurio o espressione di un proponimento al principio dell’anno); a. corrente o presente, o quest’anno; entro l’a., prima del termine di esso, entro il 31 dicembre; in capo all’a., alla fine di esso (mentre in capo a un a., dopo un periodo di dodici mesi); l’a. scorso o passato (in Toscana e in altri luoghi dell’Italia centr. anche semplicem. anno, con uso di sost. oppure di avv. in funzione di compl. di tempo: è da anno che non lo vedo; ci andai anno); l’altr’anno, l’anno precedente a quello scorso; l’a. prossimo o l’a. venturo o l’a. che viene, un altr’a., quest’altr’a.; l’a. innanzi, l’a. avanti, l’a. prima, precedente a quello di cui si parla; l’a. dopo, l’a. seguente, l’a. di poi, successivo a quello di cui si parla. Inoltre, nel determinare le date: l’a. 1920, l’a. 476 dopo Cristo (o dell’era volgare, o l’a. di grazia ...); negli a. dal 1933 al 1938. Con riferimento al secolo scorso, da analoghe locuz. russe, passate in francese e poi in altre lingue, gli a. venti, gli a. quaranta, e sim., per indicare il periodo che va approssimativamente dal 1920 al 1929, dal 1940 al 1949, ecc., in rapporto a fatti caratteristici o particolari: i ruggenti a. venti (traduz. dell’ingl. the roaring twenties: v. ruggente); il cinema degli a. trenta; la Germania degli a. cinquanta, ecc. (spesso con iniziale maiuscola: gli a. Venti, gli a. Trenta; o, meno spesso, col numerale: gli a. ’20, ’30, ecc.). Il primo gennaio non ha segnato sempre né segna tuttora presso tutti i popoli l’inizio dell’anno civile; a volte poi, anche in tempi recenti, sono stati instaurati in qualche nazione calendarî proprî in sostituzione di quello tradizionale (come il calendario repubblicano in Francia al tempo della Rivoluzione) o coesistenti con esso (come, per es., il calendario fascista in Italia, che contava gli anni a partire dal 28 ott. 1922). 2. a. Spazio di dodici mesi, il cui inizio, pur essendo fisso, non coincide con quello dell’anno civile, ma è determinato dall’inizio periodico di qualche attività: a. scolastico, a. accademico, periodo compreso fra l’inizio delle lezioni in una scuola, o in una università, e l’inizio dell’anno successivo (quindi anche corso di studî: iscriversi al primo a. di legge; frequentare il terzo a. del liceo, e sim.). In partic.: a. ecclesiastico o liturgico, lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche durante l’anno (che nel Messale e nel Breviario romano ha inizio con la 1ª domenica d’Avvento), secondo due cicli, uno cristologico e l’altro soteriologico, che si muovono rispettivamente attorno a due grandi solennità: Natale e Pasqua; a. commerciale, considerato di 12 mesi tutti uguali di 30 giorni ciascuno; a. giudiziario (coincidente con l’anno solare), che ha rilievo solo per la composizione delle sezioni dei varî uffici giudiziarî ed è aperto in forma solenne presso la Corte di cassazione e presso le Corti d’appello; a. finanziario (o amministrativo), il periodo di 12 mesi che nella finanza pubblica moderna si sceglie in genere per la gestione del bilancio e che può coincidere o no con l’anno solare o civile (in Italia, per lo stato, dal 10 luglio al 30 giugno fino al 1964 e, a partire dal 1965, dal 10 gennaio al 31 dicembre); a. comico, nella vecchia tradizione teatrale, il periodo compreso tra il primo giorno di quaresima e l’ultimo giorno di carnevale dell’anno seguente, giorno nel quale le compagnie drammatiche si scioglievano (ogni anno o ogni tre anni, secondo che fossero costituite per un anno o per un triennio); a. idrologico, periodo che s’inizia a novembre di un anno e termina nell’ottobre di quello successivo, d’interesse nello studio dei regimi fluviali e dei cicli climatici. b. Periodo di tempo (che approssimativamente coincide con la durata di un anno civile) ricorrente a intervalli regolari e caratterizzato da ciò che in esso avviene: a. santo, l’anno del giubileo, che in un primo tempo s’intendeva celebrare ogni cento anni, poi ogni cinquanta, e infine ogni venticinque; a. sabbatico, a. climaterico (v. i singoli agg.). 3. a. Spazio di dodici mesi in genere, con inizio variabile o indeterminato: ho fatto il contratto per un a.; garanzia valida per cinque a.; è più d’un a. che non mi scrive; a Ferragosto, sarà un a. che son tornato; oggi è l’a., ricorre l’anniversario di un dato avvenimento; una volta, due volte l’a.; rimandare di a. in a., da un a. all’altro; anni or sono; vent’anni fa; negli a. della grande carestia, negli a. della prima guerra mondiale; gli a. facili, gli a. difficili, soprattutto con riferimento alla vita politica e sociale, per indicare periodi di benessere, di tranquillità, o, al contr., di crisi economica, di tensioni interne o internazionali, ecc. Con valore generico, per indicare il trascorrere del tempo: con gli a., con l’andar del tempo; cent’a., mille a., un tempo lunghissimo; eh! padre, son anni e anni che la non mi vuol far noci (Manzoni); mi pare (o mi sa) mill’a. di rivederlo, ne ho un gran desiderio, non ne vedo l’ora; fam. iperb., stare un a. per far qualcosa, impiegare molto tempo. b. Col sign. e con gli usi di annata: ho riscosso tutt’insieme un a. di stipendio; ci ho rimesso tutto il guadagno di un a.; il raccolto dell’a.; ecc. c. Per indicare l’età di una persona (e in questo caso l’anno si conta dal giorno della nascita): bimbo di un a.; una ragazzina di 15 a. (anche di cose: questo vino ha 3 anni; prov., pan d’un giorno e vin d’un a.); finire, compiere gli a.; aver molti a. addosso, essere avanti, in là con gli a., essere attempato, anziano; grave d’anni, carico d’anni; gli a. gli pesano; prov., gli uomini hanno gli a. che sentono, le donne quelli che mostrano; portare bene gli a., dimostrare nell’aspetto di averne meno; levarsi, togliersi, nascondere gli a., dire d’averne meno; i verdi a., quelli giovanili. Talora indica genericam. la vita stessa: passa male i suoi a.; è stato l’unico conforto ai suoi tristi anni. 4. Per estens., ciclo di tempo: grande anno (o a. cosmico), secondo gli stoici antichi, un ciclo di vita del cosmo, al termine del quale questo si consuma in una purificatrice conflagrazione universale, che lo fa tornare alla sua sorgente divina, donde poi uscirà un nuovo ciclo di esistenza; questo percorrerà le stesse fasi del ciclo precedente, per poi a sua volta consumarsi in una nuova conflagrazione, e così di seguito senza fine. Oggi, grande anno (o a. platonico) è il periodo di rotazione, dovuta al fenomeno di precessione degli equinozî, del polo celeste intorno al polo dell’eclittica, della durata di circa 26.000 anni. ◆ Dim. annétto, meno com. annùccio, fam. tosc. annerèllo, tutti con valore stilisticamente attenuativo, non comportando gli anni una reale diminuzione quanto alla durata.