anomalo
anòmalo agg. [dal lat. tardo anomălus, gr. ἀνώμαλος, comp. di ἀν- priv. e ὁμαλός «uguale»]. – Che non è conforme alla regola generale, alla norma, al comportamento consueto, alla struttura tipica, e sim. (per es., in fisica, la dispersione a. della luce); talora anche sinon. di abnorme o patologico (per es., in medicina, accrescimento a., moltiplicazione a. delle cellule, ecc.). In partic.: nella grammatica latina e italiana, verbi a., verbi il cui paradigma risulta dal concorso di temi verbali diversi (lat. fero, tuli, latum; it. vado, andare); in botanica, di organi che presentano qualche anomalia (più specificamente, della corolla quando è dialipetala e zigomorfa, come nella viola); in agricoltura, terreni a., quelli con reazione acida o alcalina eccessiva, la quale ostacola lo sviluppo delle piante.