anonimo
anònimo agg. e s. m. (f. -a) [dal gr. ἀνώνυμος «senza nome», comp. di ἀν- priv. e ὄνομα, ὄνυμα «nome»]. – 1. agg. Senza nome: lettera a., lettera a cui il mittente non appone la propria firma, evitando intenzionalmente di dichiarare di esserne l’autore, o comunque di rivelare sé stesso (analogam., telefonata a., denuncia a., delazione a., e sim.); libro a., dipinto a., articolo a., senza il nome dell’autore; per estens., privo di nome in quanto oscuro, ignoto: una massa a., una folla a.; anche, senza personalità e caratteri proprî, insignificante: una persona a.; una città a.; parlare con tono a., ecc. In partic., società a., una delle forme di società commerciali, oggi sostituita dalla società per azioni e dalla società a responsabilità limitata, i cui soci non assumevano alcuna responsabilità oltre il limite delle azioni possedute, e non figuravano col loro nome nella ragione sociale. Per l’uso sostantivato al femm., v. anonima. 2. s. m. Persona, autore che cela il proprio nome: su questo il nostro a. fa una osservazione che noi ripeteremo (Manzoni); oppure autore di un’opera anonima, autore ignoto di un’opera letteraria o figurativa: quadro, dipinto, gruppo, sonetto, poema di anonimo; come nome proprio, ha indicato talora un autore sconosciuto ma con una sua chiara individualità: l’A. fiorentino, uno dei commentatori trecenteschi della «Divina Commedia». Anche, anonimia: serbare l’a., conservare l’a., non farsi riconoscere, tacere il proprio nome. 3. agg. In anatomia: arteria a., il più voluminoso ramo dell’aorta, che, biforcandosi, dà origine alla carotide comune e alla succlavia di destra; vene a., nome di due vene derivanti dalla confluenza della vena giugulare interna e della vena succlavia, e che con la loro confluenza danno ulteriormente origine alla vena cava superiore. ◆ Avv. anonimaménte, in modo anonimo, conservando l’anonimo: stampare anonimamente un libello diffamatorio; denuncia inviata anonimamente.