ansa
s. f. [dal lat. ansa]. – 1. Manico ricurvo di anfora o d’altro vaso: vaso a una, a due, a quattro anse; a. a presa, semplice sporgenza convessa, orizzontale, in prossimità dell’orlo; a. lunate o cornute, a forma di corna di bove, caratteristiche della civiltà delle terramare. Anche la maniglia (spesso rappresentante animali fantastici) che nelle vecchie artiglierie veniva collocata sopra il cannone, presso il suo centro di gravità, e serviva come appiglio per l’incavallamento dell’arma sull’affusto. 2. fig., letter. Pretesto, appiglio, spec. nell’espressione dare ansa (di o da fare qualcosa), offrire l’occasione o il pretesto: non capisce che, facendo così, dà più ansa a colui da insuperbire e da far peggio il tiranno? (Pirandello); meno com., perdere l’a., perdere l’occasione, e prendere a., cogliere il pretesto e anche prendere ardire. 3. estens. a. Curva in genere, sporgenza o rientranza ricurva. In partic., curva che si osserva assai frequentemente nei fiumi che scorrono in larghe e lunghe pianure. b. Insenatura della costa marittima più grande della cala e più piccola della baia. 4. In anatomia, denominazione di organi o segmenti di organi, che si presentano curvilinei o a decorso tortuoso, come per es. l’intestino (a. intestinali) e i nervi (a. nervose). 5. Nome di strumenti chirurgici o di laboratorio: a. A. calda, particolare tipo di elettrodo per bisturi elettrico, costituito da un filo metallico foggiato ad ansa, usato per l’asportazione di piccoli tumori superficiali. b. A. fredda, tipo di tonsillotomo usato per la tonsillectomia lenta, in cui il tagliente è sostituito da un’ansa di filo d’acciaio. c. In batteriologia, strumento di laboratorio, costituito da un filo di platino fissato a un estremo a una bacchetta di legno o di vetro e che termina all’estremo opposto arrotondato in un piccolo anello del diametro di 3-4 mm; serve per il prelievo di piccole gocce di colture liquide, ed è usato anche in chimica analitica per eseguire il saggio detto «alla perla».