anti-1
anti-1 [dal gr. ἀντί, ἀντι- «contro»]. – Prefisso usato in voci di formazione dotta (nelle quali il secondo elemento può essere sia un sostantivo come in antincendio o antiruggine, sia un aggettivo come in antigiuridico o anticlericale, sia un participio presente come in antiabbagliante o antiappannante), per significare: a) opposizione, avversione, antagonismo, come in antipapa, antischiavista, antidemocratico; b) attitudine a combattere o prevenire, soprattutto in denominazioni di rimedî terapeutici o profilattici: antiallergico, antinevralgico, antisettico, antispasmodico; c) capacità di evitare o impedire: antiabbagliante, anticoagulante, antifurto, antisismico; d) contraddizione, contrasto, o anche indipendenza da (con sign. simile all’a- priv.): antigiuridicità, antiestetico, antistorico, antieuclideo; e) posizione contraria, movimento in senso opposto, collocamento di fronte, posizione speculare (in senso proprio e fig.): anticiclone, antistrofe, antidromico, antipodi; talora, spec. in termini scientifici, indica semplice contrapposizione o inversione: antiemiedria, antilogaritmo (con sign. più partic., in geometria, il prefisso, unito al nome di una trasformazione, sta a indicare una nuova trasformazione ottenuta facendo il prodotto della prima con una simmetria; così in antitraslazione, antirotazione, ecc.); f) nella fisica, il prefisso è oggi usato innanzi al termine materia per indicare una sorta particolare di materia che da quella ordinaria si distingue, appunto, per talune opposte proprietà; e inoltre davanti ai termini atomo, molecola, particella e ai nomi proprî delle particelle e dei varî elementi chimici (antiprotone, antineutrone; antiidrogeno, antideuterio, ecc.) per indicare, in corrispondenza ai varî componenti della materia ordinaria, i componenti dell’antimateria. ◆ Dei molti termini formati con questo prefisso, sono registrati qui di seguito e definiti i più significativi, quelli che ricorrono con più frequenza, e quelli che richiedono qualcosa di più che una semplice definizione in termini di sinonimia o di equivalenza. Altrettanti, e forse anche più numerosi, sono i composti in circolazione che, per essere meno frequenti o meno stabili, per appartenere al linguaggio della pubblicità o dell’improvvisazione, o per essere di significato troppo ovvio e trasparente, sono stati tralasciati; l’omissione si giustifica soprattutto per i composti formati di prefisso + sostantivo (tutti invar.), i quali si definiscono da sé quando si sostituisca ad anti- la spiegazione «che è contro», «rivolto a combattere o a prevenire»; così: antifumo (campagna antifumo); antimosche (lotta, tende antimosche); antiradiazioni (indumenti, protettivi antiradiazioni); antirapina, antiscasso (impianti, dispositivi, apparecchiature antirapina; dispositivi, porte blindate antiscasso); antirughe (prodotti cosmetici antirughe); antizanzare (lozioni, reti antizanzare). Anche per le inclusioni o esclusioni di termini del linguaggio politico e giornalistico ci siamo attenuti (in analogia a quanto è dichiarato per il pref. filo-) a un criterio di frequenza d’uso; per es., sono stati registrati antifascista e anticomunista, non invece antidemocristiano, antirepubblicano, antisocialista, ecc.