anti-Cavaliere
s. m. e f. inv. e agg. Antagonista di Silvio Berlusconi, per antonomasia il Cavaliere; contrario a Silvio Berlusconi, leader del centrodestra. ◆ «Ero alto 1,72. Da quando sono diventato l’anti-Cavaliere sono sceso di colpo a 1,65. Mi hanno tolto 7 centimetri d’altezza ‘sti bischeri!» [Vittorio Cecchi Gori]. (Foglio, 2 luglio 2001, p. 3) • [Francesco] Rutelli, prima di immergersi in un altro seminario, non rinuncia a una punturina anti-Cavaliere. Ma è del genere soft-perfido, fa male senza strilli: «Se anche il centrodestra farà le sue primarie, mi registrerò e darò il voto a Berlusconi». Sorriso, pausa. «Ci serve un candidato debole, dall’altra parte». (Maria Latella, Corriere della sera, 28 luglio 2004, p. 8, In primo piano) • I fan del Cavaliere riescono a strappare lo striscione «Fatti processare» mostrato dai militanti di «Bologna libera», il gruppo nato all’interno del meetup «Amici di Beppe Grillo» che ha dato il via ai cori anti-Cavaliere. Sono gli stessi che inscenarono nelle settimane scorse la protesta davanti alla libreria Mondadori di via D’Azeglio. (Andrea Chiarini, Repubblica, 15 dicembre 2007, Bologna, p. II).
Derivato dal s. m. cavaliere, nell’uso antonomastico relativo a Silvio Berlusconi Cavaliere del Lavoro, con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 16 febbraio 1994, p. 2, nella variante grafica antiCavaliere.