anti-chiesa
(anti-Chiesa, Antichiesa), s. f. Comunità ecclesiastica che si contrappone alla Chiesa universalmente riconosciuta. ◆ «le Chiese, con i loro messaggi in pietra scolpita e i loro affreschi, diventano [...] macchine da guerra da usare contro le fiammate eretiche di quegli anni: con i Càtari - ovvero i Puri - che, disgustati dall’andazzo ecclesiale si propongono in pieno XII secolo come un’Antichiesa, negando il ruolo di Cristo, della comunione, il significato della Croce; [Carlo Arturo Quintavalle intervistato da Sergio Frau]. (Repubblica, 27 settembre 1998, p. 30, Cultura) • È quando si affievolisce la caccia alle streghe tra Cinquecento e Seicento che vede la luce il satanismo moderno: il diavolo non è più l’ispiratore dei comportamenti devianti di singole donne, ma si trasforma nel catalizzatore di gruppi organizzati che vogliono creare un’anti-Chiesa, come nella Francia del XVII secolo. (Gabriele Beccaria, Stampa, 8 giugno 2004, p. 11, Cronache Italiane) • Il cardinale di origine indiana [Ivan Dias] cita […] Giovanni Paolo II, il quale pochi mesi prima di essere eletto Papa disse: «Noi siamo oggi di fronte al più grande combattimento che l’umanità abbia mai avuto. Penso che la comunità cristiana non l’ha compreso ancora del tutto. Noi siamo oggi davanti alla lotta finale tra la Chiesa e l’anti-chiesa, tra il Vangelo e l’anti-evangelo». (Mimmo Muolo, Mattino, 9 dicembre 2007, p.6, Primo piano).
Derivato dal s. f. chiesa con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 21 ottobre 1987, p. 8, Commenti (Domenico Del Rio), nella variante grafica antichiesa.