anti-italianismo
s. m. Atteggiamento di diffidenza e ostilità nei confronti dell’Italia, della cultura e dei costumi italiani. ◆ Nel libro [su Benito Mussolini di Alessandro Campi] si parla della sua [di Indro Montanelli] «storiografia scettico-qualunquistica». La si equipara a «un brillante concentrato di aneddotica e luoghi comuni storiografici, arricchito da un virulento anti-italianismo di marca prezzoliniana», che per l’influenza esercitata nel secondo dopo-guerra meriterebbe uno studio approfondito. (Foglio, 2 febbraio 2001, p. 2) • fortuna e declino di una lingua non si stabiliscono per decreto (come è testimoniato proprio dal tramonto del francese). Occorre, tutt’al più, qualche investimento mirato per valorizzare le tendenze spontanee già in atto. Se sarà il caso dell’Italia, lo sapremo presto. Anche perché, come già ci avvertono scherzosamente ma non troppo, se la globalizzazione all’italiana finirà col trionfare (c’è chi l’ha già battezzata alla tedesca Dominanz der Italianità), presto potrebbe nascere un nuovo fenomeno di rigetto: l’Anti-Italianismo di quelli che non ne possono più di dover parlare italiano per forza. (Dario Fertilio, Corriere della sera, 6 ottobre 2002, p. 29, Cultura) • Secondo l’ex attaccante bianconero il problema non nasce da una sorta di anti-italianismo nonostante altri suoi connazionali come [Stefano] Fiore, [Bernardo] Corradi e [Claudio] Ranieri, abbiano dovuto fare le valigie. «Il problema è che c’è un gruppo molto forte, composto da persone che giocano insieme da tanti anni ed è difficile entrarci». (Stampa, 22 novembre 2005, p. 35, Sport).
Derivato dal s. m. italianismo con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 23 agosto 1990, p. 32, Sport (Mario Sconcerti).