anti-palazzo
(anti-Palazzo), agg. inv. Che si contrappone alle sedi del potere politico istituzionale. ◆ Alla fine del ’96 una vittima della rivoluzione, Michele Coiro, scriveva: «Con Mani pulite si è innescato un circolo vizioso: per avere l’appoggio dell’opinione pubblica … si passavano ai media notizie “anti-politici” e il popolo, che è “anti-Palazzo”, gioiva e batteva le mani a ogni testa che cadeva». (Foglio, 7 maggio 1998, p. 2) • [tit.] Como-Roma, sfida ad alto rischio tra due presidenti «anti-palazzo» (Corriere della sera, 25 gennaio 2003, p. 45, Sport) • [Francesco] Totti si era impossessato del titolo di ragazzo simpatico e vincente, fra una barzelletta e un «cucchiaio» in campo. Poi, le prime crepe nel suo regno, la follia nel caldo di Guimaraes (lo sputo in faccia al danese [Christian Bager] Poulsen), gli esami di riabilitazione in Champions League e i tormenti in campionato fino all’amnesia di mercoledì sera, ai 15 mila euro di multa che, ieri, gli ha sanzionato la Commissione disciplinare per le sue frasi anti-Palazzo il giorno dopo la sfida dei veleni Roma-Juventus (Guglielmo Buccheri, Stampa, 22 aprile 2005, p. 37, Sport).
Derivato dal s. m. palazzo con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 4 marzo 1988, p. 14, Politica estera (Rodolfo Brancoli), nella variante grafica anti-Palazzo.