anti-Parkinson
agg. inv. Che previene e contrasta l’insorgere del morbo di Parkinson. ◆ Negli Stati Uniti la percentuale di invalidità legata a malattie di carattere cronico ha continuato a diminuire negli ultimi 13 anni al ritmo dell’1,3% per anno. Ciò ha permesso di risparmiare notevoli somme nell’assistenza (soprattutto nei ricoveri ospedalieri). Gli esempi più noti sono quelli della prevenzione dell’osteoporosi (meno fratture), della frequenza degli infarti cerebrali, delle terapie anti-Parkinson, di malattie cardiache fino alle più recenti terapie della malattia di Alzheimer. (Ezio Giacobini, Stampa, 9 giugno 1999, Tuttoscienze, p. 1) • [tit.] Neuroni anti-Parkinson da embrioni umani / Si apre un nuovo orizzonte nella cura della malattia (Secolo XIX, 3 settembre 2004, p. 6, Interno) • «Inoltre - aggiunge [Mario] Riccio - il dottor Mario Melazzini disse, in un’occasione pubblica, che il Papa avrebbe rinunciato anche alla terapia farmacologica anti-Parkinson per le supposte alterazioni della coscienza che questa avrebbe potuto generare, preferendo, sempre a detta di Melazzini, “rimanere lucido” fino alla fine». (Orazio La Rocca, Repubblica, 17 settembre 2007, p. 29, Cronaca).
Derivato dall’espressione (morbo di) Parkinson con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nel Corriere della sera dell’11 aprile 1994, p. 5 (Cristina D’Amico), nella variante grafica antiParkinson.