anti-tutto
(anti tutto), agg. inv. (iron.) Che contrasta sistematicamente ogni scelta o posizione non condivisa. ◆ C’è un po’ di nostalgia e un po’ di amarezza nelle parole di James Wolfensohn, schermidore nella squadra australiana alle Olimpiadi di Melbourne del 1956, ora presidente della Banca mondiale e uno dei bersagli della protesta anti-globalizzazione, anti-debito, anti-tutto, che oggi si concentrerà sul Centro Congressi di Praga con l’intento di bloccare l’assemblea annuale della Banca e del Fondo monetario. (Sole 24 Ore, 26 settembre 2000, p. 6, Commenti e Inchieste) • Da giorni e giorni le immagini di Genova fanno capolino nella mente del Cav., tenuto anche conto che se il movimento anti global («anti tutto», lo ha chiamato) è internazionale, certi comportamenti «fanno pensare che si voglia strumentalizzare anche ai fini di lotta al governo». (Foglio, 10 agosto 2001, p. 1, Prima pagina) • La messa in guardia del ministro [Giuseppe] Pisanu è arrivata poche ore prima dell’inaugurazione dei Giochi: «A rischio le giornate del meeting anti-Tav, anti-Mose, anti-tutto». Diciassette, diciotto e diciannove febbraio. Venerdì, sabato e domenica. Sono le giornate di incognite e mobilitazioni sparse tra la Val di Susa e la Torino olimpica. Organizzate dai comitati contro la Torino-Lione al fianco di quelli contro le dighe mobili di Venezia o contro il Ponte di Messina, contro l’Alta velocità nei Paesi Baschi e contro le autostrade in Irlanda. (Alessandra Mangiarotti, Corriere della sera, 15 febbraio 2006, p. 14, Cronache).
Derivato dal pron. indef. tutto con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 29 novembre 1987, p. 31, Cultura (Giampaolo Pansa).