anti-Ue
(anti Ue), agg. inv. Che contrasta il processo di unificazione europea o gli orientamenti e le disposizioni dell’Unione europea. ◆ Considerata quasi utopica fino a qualche tempo fa - data anche la posizione anti Ue della Gran Bretagna, quella anti Nato della Francia e la sostanziale timidezza-riluttanza degli altri - la definizione di questa «identità» è ormai all’ordine del giorno: il Kosovo l’ha resa ancora più attuale. (Foglio, 15 giugno 1999, p. 3) • La paura è che, come ci ha detto un intervistato, «finisca come per l’euro: sembrava fantastico ma poi ha fatto aumentare i prezzi e mi fa vivere peggio». In alcuni altri Paesi europei ciò ha comportato la nascita di partiti dichiaratamente anti Ue. Alla luce di questi dati, non sarebbe sorprendente se ciò accadesse tra qualche tempo anche da noi o se, data la sua potenzialità di consensi, l’avversione alla Ue venisse esplicitamente adottata anche da qualche forza politica italiana. (Renato Mannheimer, Corriere della sera, 30 aprile 2004, p. 12, Commenti) • il concorrente più anti-Ue, [Jean-Marie] Le Pen, «è stato sonoramente sconfitto» e la destra «è uscita nettamente ridimensionata» dal voto. Il presidente dei Ds [Massimo D’Alema] legge in tutto ciò «un messaggio fortemente positivo per l’Europa». (Marco Zatterin, Stampa, 24 aprile 2007, p. 7, Estero).
Derivato dall’acronimo Ue con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Repubblica del 14 giugno 1994, p. 16.