antiangiogenetico
(anti-angiogenetico), s. m. e agg. Chi o che previene e cura l’angiogenesi, la formazione e l’alimentazione di vasi sanguigni neoplastici a partire dai tessuti circostanti. ◆ Il ricercatore dell’Harvard Medical School di Boston che ha scoperto l’efficacia sui topi di due anti-angiogenetici (endostatina e angiostatina) parte dal presupposto di fermare il tumore impedendo che esso tragga vigore dal suo nutrimento principale, il sangue. (Margherita De Bac, Corriere della sera, 5 novembre 1998, p. 17, Cronache) • Ci sono poi i farmaci anti-angiogenetici. L’idea dell’antiangiogenesi è stata elaborata dall’oncologo americano Judah Folkman: si tratta di impedire la formazione di nuovi vasi sanguigni all’interno del tumore, tagliandogli così «i viveri» e procurandone la morte. (Mario Pappagallo e Adriana Bazzi, Corriere della sera, 27 aprile 2001, p. 2, Primo piano) • Un farmaco per curare il tumore al colon è disponbile da oggi anche in Italia. È stato illustrato ieri al settimo congresso nazionale di oncologia medica (Aiom) in corso a Napoli. Il nuovo farmaco antiangiogenetico, cioè in grado di bloccare l’afflusso di sangue indispensabile alle cellule tumorali per alimentarsi, è un anticorpo monoclonale (bevacizumab) ed è stato sviluppato, negli Stati Uniti, da un ricercatore italiano, Napoleone Ferrara. (Repubblica, 20 ottobre 2005, p. 37).
Derivato dall’agg. inv. antiangiogenesi con l’aggiunta del suffisso -ico.