antibestemmia
(anti-bestemmia, anti bestemmia), agg. Finalizzato a contrastare e reprimere la pratica della bestemmia. ◆ Nella London Review of Books del maggio scorso è apparso un suo saggio biografico: Fra i mondi - Edward Said cerca il filo della propria vita. Nel trattare la questione palestinese, Said si riferisce alla impossibilità contemporanea di identità separate e pertanto stereotipe. Vi si legge che la disponibilità alla conoscenza prende le mosse dai termini «secolare e secolarizzazione», come sono adoprati da Vico e da Auerbach nella sfera del civile. «Termini», aggiunge Said, «che hanno origine nella tradizione materialista italiana che va da Lucrezio attraverso Gramsci e fino a Lampedusa». Sono affermazioni che nelle lettere italiane sarebbero probabilmente accolte con un «scherza con i fanti e lascia stare i santi», un proverbio antibestemmia. (Gioacchino Lanza Tomasi, Repubblica, 11 ottobre 1998, p. 34, Cultura) • [tit.] Antichi tabù. Sul piccolo schermo finisce il divieto anti bestemmia (Foglio, 7 settembre 2001, p. 4) • Discriminazioni che sono incoraggiate da orrori giuridici come la legge anti-bestemmia, oggetto di furiose polemiche negli anni passati. (Manifesto, 30 ottobre 2001, p. 2, La terra trema).
Derivato dal s. f. bestemmia con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nel Corriere della sera del 5 gennaio 1992, p. 13, nella variante grafica anti bestemmia.
V. anche antiblasfemia.