anticasta
(anti-casta), s. f. e agg. Atteggiamento critico e ostile nei confronti di privilegi di ogni natura; con particolare riferimento ai privilegi di cui godono i politici, a esso relativo. ◆ [tit.] Adornato: la [Michela Vittoria] Brambilla? No ai professionisti dell’anticasta [testo] […] «Come ci sono i professionisti della casta, ci sono i professionisti dell’anticasta. In tutti e due i casi si crea un regno delle oligarchie». E quindi? «Bisogna cambiare. Finora è accaduto solo per traumi esterni: il crollo del muro, il referendum, Mani Pulite. Il sistema deve autoriformarsi» [Ferdinando Adornato intervistato da Alessandro Trocino]. (Corriere della sera, 21 agosto 2007, p. 11, Politica) • Sbandano i peones, fra voglia di cilicio e tentazione di reagire al vento anti-casta («Vogliono delegittimarci a tutti quanti!», avverte l’uddiccino Emerenzio Barbieri), e sbandano i leader come dimostra il duetto [Piero] Fassino-[Fausto] Bertinotti. (Mario Ajello, Messaggero, 19 settembre 2007, p. 4, Primo piano).
Derivato dal s. f. casta con l’aggiunta del prefisso anti-.