antilaziale
s. m. e f. e agg. Chi o che si contrappone ai tifosi e sostenitori della squadra di calcio della Lazio. ◆ Giulio Bernabei, una vita tra i campi di calcio e l’oratorio delle Paoline, porge serafico l’altra guancia: «Al mio stimatissimo avversario [Massimiliano Smeriglio], che è di Rifondazione, dico che lavoro all’Ama da trent’anni e ho pure raccolto i rifiuti. Nel ’97 sono stato presidente dell’XI e ho fatto molte opere di bene. Io rispetto tutti, però sono un romanista e quando trovo un antiromanista divento antilaziale». (Monica Guerzoni, Corriere della sera, 29 aprile 2001, p. 45, Cronaca di Roma) • Il recupero di [Adriano] Pappalardo era cominciato anni fa ad opera della Gialappa’s e si completa ogni domenica all’Olimpico con la versione antilaziale di «Ricominciamo» intonata ad libitum dalla Curva Sud. (Alberto Piccinini, Manifesto, 5 marzo 2004, p. 14, Visioni) • Per [Cesare] Bovo, romano e romanista, sarà un ritorno a casa. Ma non un derby. «Quello adesso è solo con la Sampdoria. E poi sono sempre stato tifoso giallorosso, ma non antilaziale. Piuttosto mi farà piacere ritrovare Delio Rossi, un grande allenatore che a Lecce mi ha insegnato tanto». (Luca Palmieri, Repubblica, 12 gennaio 2008, Genova, p. XV).
Derivato dal s. m. e f. e agg. laziale con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Stampa del 3 ottobre 1992, p. 3 (Giovanni Bianconi), nella variante grafica anti laziale.