antisuicidio
(antisuicidi, anti-suicidi), agg. Finalizzato a scoraggiare e impedire ogni tentativo di suicidio. ◆ Il telefono antisuicidi non ha più il telefono. O meglio, riesce ancora a ricevere le chiamate, ma non ha più i mezzi per garantire accoglienza e sostegno a chi, per depressione o disperazione, manifesta intenzioni drammatiche. (Repubblica, 28 aprile 2001, Palermo, p. IV) • «Roma sembrerebbe la città antisuicidio per eccellenza - osserva Antonio Guidi - è bella, accogliente. Invece è la metafora della nostra società: illude e delude, è il self-service della notorietà in cui basta prendere una metropolitana per toccare i volti delle copertine dei giornali nelle vie del centro, salvo tornare la sera in una periferia che massifica e riporta drammaticamente alla realtà. I giovani a Roma vanno dunque particolarmente sostenuti imparando ad ascoltare il loro silenzio. Stiamo studiando centri di ascolto che dovranno andare dalle parrocchie alle scuole. Quanti gesti estremi si sarebbero evitati se solo si fosse letto con attenzione un tema scolastico?». (Flavia Amabile, Stampa, 7 maggio 2003, Roma, p. 3) • [tit.] Tokyo scrive la guida anti-suicidi / In Giappone ogni anno 30mila persone, soprattutto giovani, si tolgono la vita (Libero, 13 novembre 2007, p. 22, Esteri).
Derivato dal s. m. suicidio con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nel Corriere della sera del 23 aprile 1993, p. 9, Esteri.