antitortura
(anti-tortura), agg. Che si oppone alla tortura. ◆ Nel suo discorso al parlamento turco, [Bill] Clinton ha usato una mano assai leggera nel ricordare che il governo turco deve fare di più sul fronte dei diritti umani. Ha elogiato Ankara per i progressi compiuti nell’ambito delle libertà politiche. E ha congratulato il governo per la nuova legge anti-tortura. (Andrea di Robilant, Stampa, 16 novembre 1999, p. 10, Estero) • Nel più grande carcere austriaco, quello di Vienna-Josefstadt, i detenuti venivano chiusi sino a 48 ore in una gabbia di ferro, presi a schiaffi, a pugni e calci e picchiati con manganelli. Lo ha constatato il Comitato anti-tortura del Consiglio d’Europa durante una visita di controllo nel settembre scorso. (Adige, 26 febbraio 2000, p. 7, Attualità) • Davanti a una nazione sempre più scettica e delusa, davanti a un Senato americano dove il suo «peggior amico», il popolarissimo senatore repubblicano John McCain ha imposto con 90 voti contro 9 una ammirevole e necessaria legge antitortura che suona come una sberla a una Presidenza impegolata a Guantanamo e ad Abu Grahib, George Bush è costretto a ricorrere al solo argomento che possa ancora scuotere il pubblico: la paura. (Vittorio Zucconi, Repubblica, 7 ottobre 2005, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. f. tortura con l’aggiunta del prefisso anti-.
Già attestato nella Stampa del 26 ottobre 1992, p. 5, Interno (Roberto Martinelli).