apoteosi
apoteòṡi s. f. [dal lat. tardo apotheosis, gr. ἀποϑέωσις, der. di ἀποϑεόω «deificare»]. – 1. Deificazione, elevazione di un mortale allo stato divino. In senso fig., celebrazione di una persona o di un fatto con lodi straordinarie, esaltazione, glorificazione: l’a. di Napoleone; fare l’a. della rivoluzione; la visita del sovrano nei territorî liberati fu una vera apoteosi. Nella storia dell’arte, tema (e nome) di raffigurazioni celebrative che tendono a glorificare, spesso in forma allegorica, personaggi, famiglie, città, nazioni, oppure istituzioni o eventi storici (per es., l’A. della Monarchia spagnola di G. B. Tiepolo nel Palazzo Reale di Madrid, l’A. di Napoleone, affresco di A. Appiani nel Palazzo Reale di Milano, o le glorificazioni della fede, della religione, della Chiesa, frequenti spec. nell’età della Controriforma). 2. estens. e fig. a. Spettacolo grandioso, di festosa ed esaltante luminosità: il sole tramontava sulla laguna in una vera a. di colori. b. Negli spettacoli coreografici del sec. 19°, la scena finale in cui l’intera compagnia, giovandosi di tutte le risorse dell’allestimento scenico, si presentava in un quadro del massimo fulgore.